Spacca, con richiesta di servizi diversi deve cambiare l'offerta

Spacca, con richiesta di servizi diversi deve cambiare l'offerta

Tre livelli: alta specializzazione, rete dei presidi territoriale per acuzie, sistema di quelli sociosanitari

Alla base della riforma sociosanitaria, promossa dalla Regione, c’è questa necessità, “non più eludibile e che richiede un miglioramento dell'organizzazione del sistema, fondata su tre livelli: alta specializzazione, rete dei presidi territoriale per acuzie, sistema dei presidi sociosanitari”.
Lo ha affermato il presidente della Regione, Gian Mario Spacca, in apertura dei lavori della Conferenza regionale che si è svolta all’Auditorium della Fiera della Pesca di Ancona.
“A fronte dei mutamenti in atto, occorre rendere più appropriate le modalità di erogazione delle cure e dell’assistenza, perché restare immobili significa aumentare le insicurezze e penalizzare i cittadini - ha rimarcato il presidente - Non ci muoviamo in una logica di tagli, ma di una riorganizzazione che corrisponde al mutato quadro dei bisogni. La riforma parte da qui. Sono emerse richieste nuove legate soprattutto al progressivo invecchiamento della popolazione e all’evoluzione delle tecnologie.
Dobbiamo quindi adeguare la risposta, assicurando una maggiore appropriatezza all’offerta attraverso una diversa articolazione del modello territoriale. Immobilismo, inerzia, conservazione delle rendite di posizione vanno a scapito dei servizi che la riforma, al contrario, intende migliorare”. Con la Conferenza regionale, ha sottolineato Spacca, “rendiamo trasparente e partecipato questo processo di riforma, partendo dalla proposta tecnica formulata a febbraio dai nostri direttori e proponendo oggi una sintesi politico-amministrativa che non vuol penalizzare nessuno, ma aiutare tutto il sistema a migliorare.
La riorganizzazione dei piccoli presidi ospedalieri è finalizzata proprio a dare risposte sociosanitarie più eque e appropriate, come è accaduto in altre Regioni, Toscana ed Emilia Romagna, dove già da diverso tempo questa formula organizzativa è un’apprezzata realtà.
Le Marche ci arrivano solo oggi, dopo che le linee fondamentali della riforma sono state condivise con i sindaci durante la definizione del Piano sociosanitario, poi declinato nei Piani di area vasta. Si tratta, dunque, di concludere un percorso avviato, con la necessaria coerenza rispetto a soluzioni già discusse”.
Il presidente ha ricordato che “la Regione compensa interamente, con fondi propri, l’azzeramento dei trasferimenti nazionali per le politiche sociali, consentendo l’invarianza delle risorse a disposizione degli Enti locali per le politiche del welfare a sostegno delle fragilità sociali.
Ma l’aumento dei vincoli finanziari imposti dalla spending review mette a rischio l’equità e la coesione: una preoccupazione che deve scuotere e responsabilizzare anche i parlamentari eletti dal territorio, perché le scelte del governo nazionale votate dal Parlamento hanno una ricaduta locale pesante che il bilancio della Regione ha grandi difficoltà a riassorbire.
A loro chiediamo, pertanto, di partecipare a questo processo di riforma con spirito costruttivo per le comunità di riferimento e di servizio per tutti i marchigiani”. Spacca ha ribadito che “per avviare questa riforma siamo dovuti partire necessariamente da una proposta tecnica elaborata dai direttori generali della sanità, che è stata acquisita dalla Giunta e sottoposta ai territori, alle organizzazioni sindacali e di categoria.
Al termine di questo percorso, oggi portiamo la sintesi all’attenzione della Conferenza regionale, per rendere chiaro e trasparente un percorso che ha fatto della partecipazione il proprio punto di rifermento, a conclusione del quale il governo regionale adotterà la sua decisione”.

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