Travanti era imputato in un procedimento penale per il reato di diffamazione. In particolare, veniva contestato di aver offeso la reputazione di una dipendente di una società pubblica (di proprietà del Comune di Ascoli Piceno), con un articolo, ove si sosteneva, tra l’altro, "che ella si era comportata in modo non consono creando continuamente problemi al datore di lavoro".
L’articolo era apparso in risposta ad altro pubblicato il giorno precedente, ove un Sindacato asseriva che la dipendente – la quale si era recata presso la sede della società per discutere con un dirigente in merito alle proprie problematiche di lavoro -, appena fuori dall’ufficio era stata “redarguita pesantemente da un assessore comunale”, che l’aveva “aggredita verbalmente” dicendole che “non doveva permettersi di criticare l’azienda e mettersi a discutere i turni di lavoro”. Inoltre nell’articolo si affermava che la dipendente era stata sospesa dal lavoro.
In risposta a ciò Travanti specificava di aver chiesto alla dipendente di abbassare i toni e di aver chiesto l’intervento della Polizia.
Inoltre affermava, tra l’altro, che la dipendente si comportava “in modo non consono, creando continuamente problemi al datore di lavoro”. Nel medesimo articolo si riportava altresì il contenuto della lettera inviata da Travanti alla Questura, ove venivano ricostruiti i fatti. All’esito del processo – nel corso del quale sono stati sentiti due testimoni (l’allora presidente della società ed un altro dipendente) - il Giudice ha pronunciato sentenza di assoluzione nei confronti dell'ex assessore, assistito dall’avv. Alberto Luzi.