Ragioni politiche e di potere pubblico.
La candidatura del Sindaco Castelli, non nasce perché ha vinto un concorso. Come tutti sanno, ebbe l'avallo del sottoscritto e, non senza problemi, di Forza Italia di cui ero Coordinatore Comunale. Nel 2009, sia il partito provinciale, con il Coordinatore l’Avv. Vittorio Santori e sia una parte del partito comunale, volevano un accordo forte con l’UDC con candidato Sindaco l’On.Ciccanti. Fu la mia convinzione nel progetto del partito unico del Popolo della Libertà di Berlusconi a tenere unita la Destra, con l’idea di ricostituire un grande partito moderato, inserito nel PPE, che ricostituisse un polo democratico e liberaldemocratico alternativo alla sinistra anche ad Ascoli. Perciò ho investito sul giovane Castelli, che sembrava essere un giovane promettente, che aveva forza e capacità di interpretare questo progetto liberandosi della retorica e dei riti di una vecchia Destra legata al MSI e al postfascismo.
La costruzione delle liste, compresa quella del PDL, fu fatta dal sottoscritto e la vittoria ottenuta sull'onda del carisma di Berlusconi, che nel 2009 era un alto valore aggiunto elettorale per il PDL. In quell'occasione, ci fu una vicenda che mi colpì molto e riguarda l'accordo fatto nelle ultime ore del ballottaggio con la lista di Gibellieri. Feci del tutto questo accordo, che a parer mio risultò decisivo. Questo accordo fu addirittura scritto e impegnava il sindaco Castelli, una volta eletto, a riconoscere alcuni ruoli istituzionali importanti ad alcuni candidati della lista Gibellieri. Il fatto sconcertante, una volta proclamato Sindaco, fu il disconoscimento di tale accordo e con esso di altri accordi pre elettorali dove c’era stata la sua parola d’onore anche davanti a testimoni.
Uno dei pilastri fondamentali dell'accordo politico con il Sindaco Castelli era quello relativo alla collegialità, ossia l’assunzione delle decisioni più importanti per la città in modo condiviso tra tutte le liste civiche che erano confluite su di lui esaltandone il radicamento nella città, soprattutto per superare la diffidenza degli ascolani sulla sua candidatura non solo perché di Destra, ma anche perché non era ascolano e né aveva radici ascolane la sua famiglia. Questo pilastro è crollato subito dopo l'elezione perché ogni decisione è stata presa d'imperio, senza alcuna condivisione e senza neanche una semplice consultazione. Le decisioni sono state sempre prese prima in altre sedi e poi ratificate dal gruppo consiliare e qualche volta dal partito, con il ricatto morale che è forte nelle mani di un Sindaco che nomina di assessori, di "chi non è con me è contro di me!".
Questa revoca, pertanto, è una decisione personale, non assunta in sede politica, ossia nel partito e con le liste di maggioranza che lo hanno eletto. Mi è stata notificata dal messo comunale, come se fosse una cartella esattoriale! Le motivazioni non sono riconducibili a questioni di interesse pubblico, ma a valutazioni di carattere personale. La mancanza di fiducia da parte di un sindaco nei confronti di un assessore, ancorché nominato, anche per costante giurisprudenza, non è riconducibile a parametri privatistici, ma devono essere informati a condotte pubbliche incoerenti con l’azione amministrativa e programmatica della Giunta e del Consiglio. Niente di tutto questo risulta nelle motivazioni! L’assenza di parametri oggettivi e di carattere pubblicistico, denunciano altre sottese motivazioni di carattere personale, interpretando di conseguenza il ruolo del Sindaco di una città, ossia di una carica pubblica come FUNZIONE PERSONALE, che non solo è contrario ad ogni canone costituzionale, ma denuncia il “PATTO ELETTORALE CON LA CITTA’” che voleva un “SINDACO DI TUTTI” e non un Sindaco che epurasse chiunque non fosse dalla sua parte in modo acritico e servile.
La mia unica responsabilità è quella di aver condiviso alcune posizioni critiche di qualche assessore e di aver prefigurato all'interno del dibattito politico del PDL ipotesi di alleanze future verso forze moderate e centriste non gradite dal Sindaco e dalla sua componente di Destra. Se siamo a questo punto sconsiglio a quanti si sono scoperti cattolici praticanti di frequentare i ritiri spirituali organizzati dalla nostra Diocesi e di frequentare più coerentemente Casa Pound!
Ragioni pseudo politiche e di potere privato.
Non so quando siano riconducibili a verità alcune voci che sono circolate in ambienti vicine al Sindaco circa la mia sostituzione a breve termine con l’assessore Antonini, che tra qualche mese dovrebbe lasciare lo scranno di Palazzo S.Filippo. Personalmente lo nego perché si sarebbe passato ogni limite! Lo dico per aiutare chi tale decisione dovesse prendere a smentire tali voci con i fatti, perché la Giunta e l’esercizio del potere pubblico non è equivalente ad un’azienda privata, dove i posti di responsabilità possono essere coperti con logiche padronali. Così come non credo che “la goccia che abbia fatto traboccare il vaso” – come qualcuno mi ha detto – sia stata la richiesta di atti e documenti attinenti la gestione di qualche società partecipata etero diretta, sulle quali non è stata mai fatta un’operazione trasparenza come le circostanze consiglierebbero in un’epoca dove i cittadini sono diventati sempre più esigenti nel sapere dove e come si spendono i soldi pubblici, stante l’elevata pressione fiscale.