Secondo l'articolo tre «diviene capoluogo di Provincia il comune, tra quelli già capoluogo, avente maggior popolazione residente». La regola era stata già annunciata dal governo, ma subito dopo ecco tredici parole della discordia: «Salvo il caso di diverso accordo, anche a maggioranza, tra i medesimi comuni».
Poco cambia nelle fusioni a due province: la città più grande dovrebbe spontaneamente spuntarla. Ma la questione si complica quando a unirsi sono almeno in tre. Nel caso di Ascoli, se prima, secondo le indicazioni ferree del governo, la città turrita sarebbe divenuta automaticamente capoluogo, ora torna tutto in ballo. Ad esempio i due consigli comunali di Fermo e Macerata potrebbero mettersi d'accordo e affossare Ascoli. Ma nulla è ancora definitivo. Il decreto dovrà passare all'esame del Parlamento. E lì tutto potrebbe tornare nuovamente in discussione.