«Nel nostro paese manca l'idea di modello educativo»

«Nel nostro paese manca l'idea di modello educativo»

Canzian: "Negli ultimi vent'anni non si è fatto molto su questo fronte"

Tantissimi gli studenti presenti in platea interessati al dibattito realizzato con i vertici sindacali. Presenti, tra gli altri, il sindaco Giovanni Gaspari e l’assessore regionale all’Edilizia pubblica Antonio Canzian.

I motivi della mobilitazione hanno voluto mettere al centro la necessità di tornare ad investire in conoscenza. Sono tante le cose che devono esser modificate. Cose vecchie ormai incancrenite e cose nuove che peggiorano una situazione già precaria e difficile a detta degli studenti e dei lavoratori della scuola. 

“Il vero problema - ha detto Canzian nel portare il saluto della Giunta regionale alla folta platea di ragazzi  – è l’assenza di una idea di modello educativo nel nostro Paese e il fine ultimo di questo modello dovrebbe essere quello di formare i giovani ed essere pronti per il mondo che li attende. Occorre riconoscere che negli ultimi venti anni non si è fatto molto su questo fronte però diciamo con forza che noi crediamo in un modello di istruzione pubblica  in cui l’accesso sia uguale per tutti”.

“Naturalmente – ha proseguito l’assessore - occorrono le risorse e c’è da dire che l’Italia investe il 4,2% del Pil per il modello educativo ponendosi all’ultimo posto della classifica dei Paesi d’Europa. E’ vero che stiamo vivendo una fase di difficoltà economica estremamente delicata, però è necessario che la politica faccia delle scelte e purtroppo dobbiamo riconoscere che attualmente questa non è molto convincente su tali tematiche”. “Per quanto riguarda l’edilizia scolastica – ha concluso Canzian - l’80% degli edifici scolastici in Italia è in situazione critica per quanto riguarda il rischio sismico. La Regione Marche ha investito, attraverso il proprio  bilancio regionale, sette milioni di euro per la messa in sicurezza e l’efficientamento energetico degli istituti superiori cercando di realizzare circa 20 interventi a fronte dei 120 richiesti.

C’è necessità, quindi, di risorse realizzando delle scelte politiche ed è impensabile che il Governo nazionale investi per acquistare 15 cacciabombardieri invece che sulla messa in sicurezza degli edifici scolastici”.  Il dibattito si è concluso con la rivendicazione di far acquisire alla scuola quella funzione strategica in grado di fornire un servizio di qualità a livello degli standard europei.