Eppure varie multinazionali, tra cui Ikea, stanno manifestando crescente interesse per il mercato italiano nonostante l'alto costo dell'energia, il difficile accesso al credito e i noti lacci burocratici.
Il colosso svedese è infatti in procinto di incrementare il giro d'affari in Italia (si parla di un miliardo di euro) nel settore del mobile, elettrodomestici ed accessori puntando ai tradizionali distretti industriali del Veneto, Lombardia e Friuli, grazie a già sperimentate ed affidabili forme di collaborazione. Tuttavia ritengo che anche le Marche espongano in vetrina un sistema produttivo, sostenuto anche dalle istituzioni e dalle associazioni di categoria, basato su un modello distrettuale che, con la necessaria flessibilità, è in grado anch'esso di offrire un grande vantaggio competitivo in linea con la filosofia di fondo della multinazionale: offrire un prodotto a basso costo alla migliore qualità possibile. Inserirsi quindi nel circuito privilegiato dei fornitori del colosso svedese Ikea rappresenterebbe per il sistema industriale marchigiano dei mobili e degli elettrodomestici non solo una rilevantissima opportunità occupazionale ma anche uno stimolo alla crescita aziendale.
E' quantomai opportuno pertanto che Regione, Confindustria e le stesse aziende interessate per la tipologia di prodotti richiesti, si attivino tempestivamente per rappresentare a questa ed altre imprese straniere il possesso dei requisiti richiesti e la condivisione di precisi percorsi di crescita e valori, quali innovazione tecnologica, sperimentazione, affidabilità, collaborazione di lungo termine, ecc. Questa mia nota vuole essere pertanto un doveroso ed accorato appello in questa direzione.