Il potere di eleggere il Presidente e i Consiglieri provinciali viene sottratto ai cittadini, come la Costituzione vorrebbe, ed attribuito agli amministratori comunali.
Contro questa legge l’UPI ha fermamente pronunciato la sua contrarietà e ben sette Regioni hanno promosso ricorso alla Corte Costituzionale.
Ora con la “ spending review” il Governo Monti e la sua maggioranza oltre ad infliggere altri pesanti tagli alle Province ne prevede la drastica riduzione del numero, attraverso la soppressione di molte di esse sulla base di parametri esclusivamente demografici e geometrici, senza preoccuparsi che da tali provvedimenti si sta delineando un quadro di estremo disordine, con Province squilibrate e in molti casi talmente sproporzionate da rendere materialmente impossibile l’azione di coordinamento territoriale.
Di fronte a tutto ciò gli esponenti locali delle forze politiche, che appoggiano il governo Monti, non trovano altro da fare che discutere sul capoluogo di Provincia o se nelle Marche sia più giusto fare 3 o 4 province, mettendo in secondo piano il fatto che si sta parlando di Enti resi inutili da queste assurde riforme; “scatole vuote”, con funzioni limitate, sottratte al controllo dei cittadini e di fatto date in pasto per le loro cariche elettive alle segreterie dei partiti maggiori.
Tutto questo pasticcio viene giustificato dall’obiettivo dichiarato di ridurre la spesa, in realtà non si riduce alcunché come chiarito da un apposito studio della Bocconi e dalle stesse strutture tecniche di Camera e Senato che non hanno potuto quantificare nessuna cifra dai risultati di tali misure.
In realtà il solo fine perseguito dal Governo è quello di placare un’opinione pubblica indignata per la grave crisi che attraversa il Paese, per la soluzione della quale necessiterebbero ben altre risposte rispetto ai tagli della spesa sociale, delle pensioni, dei salari e dei diritti dei lavoratori che la stanno aggravando. E non è certo un caso che tutti questi tagli, compreso quello delle province, siano stati dettati della Banca Centrale Europea con la famigerata lettera al Governo del 5 Agosto 2011, al quale questo Governo e le forze che lo sostengono stanno di fatto affidando la nostra sovranità nazionale.
Per queste ragioni noi non intendiamo associarci al teatrino demagogico, in atto in queste ore, di scarso interesse per le condizioni materiali di vita dei cittadini.
Proponiamo, invece, al Consiglio Provinciale di chiedere alla Giunta Regionale di impugnare di fronte alla Corte Costituzionale queste pessime ed incostituzionali norme, al Governo di procedere alla loro abrogazione, riavviando un percorso organico di riforma dei diversi livelli di governo territoriale, eliminando tutti gli enti intermedi strumentali (agenzie, società, consorzi, autorità d’ambito) le cui funzioni potrebbero essere svolte dalle province.
Qui sì sarebbero realizzati corposi risparmi da destinare allo sviluppo locale.