Così il sindaco Guido Castelli sulla sua pagina di Facebook. "Quella di diventare il capoluogo di una grande provincia che, finalmente, potra' disporre della forza sufficiente a sanare gli squilibri tra centro-nord e centro-sud delle Marche a cui da anni ci avevano abiutati i governi regionali. Mi riferisco a quella logica anconocentrica nell'assegnazione delle risorse e nell'allocazione dei servizi che, da sempre, vede Ascoli, Macerata e Fermo soccombere di fronte al peso di Pesaro e Ancona. Basti pensare al sistema sanitario: una mega azienda sanitaria ad Ancona, una a Pesaro e tutto il resto nel mondo racchiuso nel microcosmo dell'Asur anch'essa con sede nel capoluogo regionale.
Ovviamente essere capoluogo di una provincia così grande impone anche una nuova e maggiore responsabilità alla classe dirigente ascolana. Significa guardare "oltre Tronto e Castellano" e sviluppare relazioni politiche ed amministrative di più ampio respiro territoriale. È una sfida che dobbiamo cogliere e che ci vedere all'altezza del nuovo compito dopo che la nostra città, in sede di riordino, è stata "premiata dalla dea bendata " con l'individuazione del capoluogo in capo alla città più popolosa. Quando sento qualcuno che vuole intestarsi il merito di questa cosa, mi viene un po' da sorridere. Lo sanno tutti che il Governo, di fronte al marasma di rivendicazioni localistiche esplose in tutta Italia a seguito del provvedimento, ha voluto individuare un criterio generale ed oggettivo per parare i colpi dei molti campanili che si sono sentiti defraudati.
Detto questo, io credo che la nuova superprovincia sia un bene non solo per Ascoli ma anche per Macerata e Fermo. Comprendo il disappunto dei singoli territori ma li invito " a volare alto" e a cogliere le potenzialità della nuova geografia istituzionale delle Marche. Ovviamente Ancona non è contenta visto che un centro-sud organizzato minerebbe il consueto anconocentrismo che regge da sempre il sistema marchigiano. Anche per questo ad Ancona si sta lavorando per staccare il territorio maceratese e porre le condizioni per la costituzione di una quarta provincia. Noi dobbiamo batterci affinché questo non accada, forti non solo delle nostre convinzioni ma soprattutto di quello che dispone la legge. Secondo i criteri fissati dal Parlamento le nuove province risultanti dal riordino devono avere, tutte, una superficie di almeno 2.500 k (oltre che una popolazione di più di 350.000 abitanti). La regione Marche, tuttavia, presenta un'estensione territoriale 9.365, 86 kmq e dunque se la matematica non è un'opinione - a legislazione vigente - non esistono matematicamente le condizioni perché all'esito del riordino risultino nelle Marche quattro province. Ovviamente qualcuno ad Ancona proverà a truccare le carte, ci potrebbero essere Cavalli di Troia sparsi qui e la, ma se la legge rimane questa le provincie marchigiane diventeranno tre. Ciò non toglie ovviamente che si debba restare sempre all' erta per parare possibili colpi di coda secondo l'insegnamento evangelico che ci invita ad essere puri come colombe e astuti come serpenti".