Oggi c'è stato il via libera di Palazzo Madama al decreto della spending review, dove galleggiano anche i criteri di riordino delle Province. Ora ci sarà il passaggio alla Camera per l'approvazione definitiva in pochi giorni. Tutto in attesa dei ricorsi che enti e amministrazioni stanno paventando in tutta Italia.
E per le Marche si prospetta una nuova soluzione. Se all'epoca della divisione con Fermo era stato soprattutto il centrodestra a sgambettare Ascoli, stavolta è il Pd a giocare un brutto scherzo. Grazie infatti ad un subemendamento del Partito democratico approvato in commissione Bilancio al Senato, si prevede il criterio della contiguità territoriale per i comuni che si vogliono spostare da un ambito provinciale a un altro.
Detto in soldoni alcuni piccoli comuni dell'Anconetano o del Fermano potrebbero passare sotto l'egida maceratese e far sì che la provincia di Pettinari superi lo scoglio fatidico dei 350 mila abitanti. Il traguardo non è poi così lontano: servirebbero 25 mila abitanti o poco più. Torna così in auge l'idea dell’accorpamento a Macerata di Filottrano, Loreto o Castelfidardo o dell’espansione verso Fabriano.
Spacca: No a 3 province con tanta disomogeneità di abitanti
A suffragare l'ipotesi c'è tra l'altro un emendamento che prevede come debbano essere le Regioni a proporre il riordino delle amministrazioni provinciali. E qui le carte si scoprono.
«Credo che la migliore soluzione sia rispettare i parametri chiesti dal governo relativi a 350 mila abitanti e 2.500 kmq per ogni nuovo ente, ma con un equilibrio differente - ha detto il governatore Gian Mario Spacca, ospite della trasmissione "Terapia d'urto" in onda su Picus Tv (canale 625) -. L'idea di tre province nelle Marche potrebbe anche andare bene, ma è necessario rimodulare i confini di tutte con maggiore omogeneità anziché ritrovarsi con una provincia con 350 mila abitanti, una di 400 mila e un'altra di 700 mila».
Sono aperte le scommesse. E' probabile la Regione Marche decida per una sorta di rivoluzione con tre province (Pesaro-Urbino, Ancona e Ascoli), ma con un diverso "equilibrio" nella popolazione residente. Oppure alla fine l'unica a scomparire sarà la neonata provincia fermana e Macerata riuscirà a sopravvivere. E un grosso aiuto potrebbe venire proprio da Ancona. La città alle pendici del Conero, in quanto capoluogo di regione, manterrebbe in ogni caso la provincia (anche al di fuori dei parametri numerici fissati dal governo), ma avrebbe tutti i vantaggi a non far morire Macerata: in un'ottica di riordino complessivo delle Marche si può immaginare quindi una totale ridefinizione dei confini, pure per le province di Fermo e Ascoli. Anche perché altrimenti sarebbe il capoluogo dorico a tremare più di tutti vedendo il rischio di perdere la leadership regionale in favore di una nuova e rampante provincia di Ascoli Piceno.