Consiglio, approvato il Piano di Gestione della Riserva del Furlo

Consiglio, approvato il Piano di Gestione della Riserva del Furlo

Porto: «Atto atteso undici anni: è un segnale per l’economia sostenibile»

Lungo dibattito in aula. L’assessore Tarcisio Porto spiega i cardini del documento: «E’ ora che al Furlo venga dato un segnale concreto di economia naturalistica e sostenibile. Vogliamo far ripartire le attività antropiche consentite, come le arrampicate sportive, nel contesto della salvaguardia». Altre linee guida: «Conservazione del lato Villa Furlo, sede della Riserva integrale; ottimizzazione perimetrale, per garantire la sicurezza; mappatura idrogeologica delle sorgenti. E’ un regolamento che disciplina le attività, anche minime, consentite e non consentite». Non solo: «Spazio alla filiera del turismo sostenibile e a una gestione non statica». Voci critiche dal Pdl, che ritiene indispensabile il parere della commissione della Riserva prima del voto sul Piano: «Il rischio – sostengono i consiglieri della minoranza - è che l’atto venga impugnato, perché la richiesta formale di parere della commissione del Furlo (organismo trasversale, ndr), andava fatta prima dell’adozione dell’esecutivo. E il parere era obbligatorio». Roberto Giannotti: «Nel piano c’è lo scontro di due anime della giunta, quella ambientalista e quella animalista. Manca il cuore, non c’è un progetto di sviluppo, i sindaci non sono stati coinvolti». La Lega, Cancellieri in testa, invoca un confronto con i Comuni. Ma considera il piano un «passo avanti». E alla fine si astiene. Porto difende l’atto e chiarisce: «Sono trascorsi i 60 giorni per il parere della commissione del Furlo, che ha già fatto riunioni sul tema, e fornirà un parere parallelo dopo gli approfondimenti sul programma collegato. Sia la delibera del consiglio, che il parere della commissione, andranno al ministero che poi farà la sintesi». Per l’assessore, «il parere della commissione della Riserva è necessario ma non vincolante». La maggioranza, in sintesi, «davanti a un Piano così a lungo atteso», vuole procedere all’approvazione. Anche per non rischiare di ritrovarsi davanti a una «ridefinizione delle competenze delle amministrazioni provinciali» che potrebbe compromettere tutto il percorso. Così Daniele Tagliolini (Pd) al Pdl: «Necessario portare a termine un iter così lungo e importante nel più breve tempo possibile. Il parere della commissione è disgiunto». Tuttavia, secondo Antonio Baldelli (Pdl), «per visionare i documenti non è stato dato il tempo necessario. In 4 giorni dovremmo affrontare e valutare un atto per cui ci sono voluti più di 10 anni. Così il parere della commissione, espresso dopo il voto, è perfettamente inutile».
Ma Domenico Papi (Pd) ribatte: «La minoranza fa puro ostruzionismo politico. La commissione ha avuto 60 giorni di tempo per esprimere il parere, scaduti il 22 luglio. Poteva chiedere una deroga, spostando più avanti il consiglio provinciale. Non l’ha fatto, perché c’è stato un accordo. La commissione si è riservata il tempo di approfondire parallelamente e accompagnare l’atto al ministero».
In apertura di seduta, interviene Baldelli sulla vicenda Questura: «Lo “sfratto” della Provincia deve essere ritirato, per la sicurezza del territorio e della città. La polizia deve rimanere nelle sedi attuali, fino a quando non saranno individuate altre collocazioni». E ancora Giannotti: «Gli organi di informazione riportano dichiarazioni di un pentito sull’attività della malavita nel territorio. Ci dobbiamo preoccupare o sono illazioni? Valutiamo incontro monotematico con prefetto e procuratore della Repubblica per approfondire». Matteo Ricci tira le conclusioni: «E’ fisiologico: la crisi, in generale, mette a dura prova il tessuto sociale ed economico di tutte le comunità. Noi teniamo alta la guardia: nelle classifiche siamo tra le 10 province più sicure d’Italia come numero di reati commessi. Siamo pronti, se serve, a parlare e a confrontarci con il prefetto e il procuratore. Non va dimenticato il valore della cultura della legalità, che stiamo portando avanti con forza». Sul futuro dell’Ente: «Evitando l’accorpamento con Ancona – continua il presidente - grazie a un rilevante lavoro di squadra, abbiamo ottenuto un risultato importante per il territorio. La Provincia Marche Nord sarebbe stata innaturale». Dopo un passaggio sulle funzioni che rimarranno (strade, trasporti, ambiente, pianificazione, edilizia scolastica), Ricci evidenzia il nodo principale: «Il taglio sui fondi destinati alle Province è devastante. Tutte sono in grande difficoltà, nessuna esclusa. Ad aprile abbiamo approvato il bilancio di previsione, non c’erano problemi sulla parte corrente. Ma dopo i tagli, se prima discutevamo del patto di stabilità, da settembre il tema sarà un altro. Perché per via dei mancati trasferimenti del governo, dovremo reperire 4milioni e 800mila euro nel 2012. E 9 milioni e mezzo il prossimo anno. Con i tagli lineari da Roma, tutte le amministrazioni provinciali rischieranno il dissesto, per colpa dello Stato, senza esclusioni. Si è deciso di togliere l’ossigeno alle Province». Sulla Questura: «Non abbiamo sfrattato nessuno. C’è una trattativa che abbiamo iniziato mesi fa: volevamo liberare via Flacco, con il prefetto e questore c’è grande collaborazione e sintonia. In autunno, chiaramente, dovranno essere fatti approfondimenti, perché dal primo gennaio, una nuova normativa dispone che lo Stato non deve più pagare affitti. La ratio della legge, che rientra nella spending review, è utilizzare al meglio il patrimonio di proprietà dello Stato. Evitando, appunto, le spese in affitti. Ma nessun allarmismo».