Al di là dell'episodio comunque sgradevole, l'interrogazione mira a provocare dibattito e confronto sull'iniziativa "L'altra Italia" nel suo complesso e sull'opportunità o meno di ospitare, a pagamento, personaggi che poco hanno a che vedere con la nostra città, con i problemi che essa ha e con le prospettive per il suo futuro.
L'impressione complessiva è che sia stata ancora una volta una vetrina ad uso e consumo dell' immagine dell' Amministrazione e che nulla ha avuto a che vedere con la realtà della nostra città, con i suoi problemi e con i suoi talenti.
Altra cosa, invece, e di ben altra qualità, gli inserti del pomeriggio nei quali sono stati coinvolti esperti e divulgatori (Stefano Papetti, Guido Biondi ad esempio), vere e proprie risorse del territorio che hanno coinvolto cittadini e turisti in passeggiate affascinanti alla ricerca di luoghi segreti di Ascoli. Era quella, a nostro parere la formula che doveva essere sviluppata e ampliata, e su cui si dovevano collocare, semmai, tutte le risorse, umane ed economiche di cui si disponeva.
E proprio il contrasto ha fatto emergere la vacuità del "pezzo forte" degli incontri serali: una sorta di riproduzione alla buona dei salotti televisivi, sganciati dalla realtà problematica della nostra città e nello stesso tempo privi di un'autorevolezza attrattiva per l'esterno.
Senza contare la direzione ideologica unilaterale delle presenze e la mancanza di confronto nonchè le contraddizioni palesi tra personaggi discutibili come Sgarbi e la sollecitudine sui temi della famiglia presentati da Crepet; salta agli occhi inotre l'assenza totale di qualunque presenza femminile, segno che
per l'Amministrazione, la vera altra Italia, costituita dalle energie del mondo femminile, è del tutto ininfluente e accessoria nelle prospettive di uscita dalla crisi che ci attanaglia.
L'impressione finale è che la regia, la direzione artistica, non provengano dalla città, da chi conosce talenti e potenzialità ascolane e su di essi progetta un'attività culturale e ricreativa degna.
Da Aprile abbiamo chiesto informazioni su come si stava progettando l'estate ascolana, che dovrebbe essere il momento clou di una politica culturale attiva tutto l'anno. Non ci è stato risposto.
In questo momento utilizzare il grande patrimonio artistico e anche di competenze che la città possiede è un elemento importante di possibile sviluppo della città, eppure vediamo quest'amministrazione del tutto assente sul piano progettuale tanto da accontentarsi di un "pacchetto" preconfezionato, organizzato in 10 giorni, ad uso e consumo dell'ansia di visibilità mediatica del sindaco.
Siamo convinti che l'incapacità dell'amministrazione Castelli di svolgere un'azione di coordinamento, stimolo e proposta tra le energie del territorio (non solo su questo tema!) sia uno dei principali suoi motivi di debolezza e causa di danni per la città.
Su questo e non solo l'interrogazione chiede chiarimenti: che ruolo hanno avuto gli assessorati di riferimento nel progetto l'Altra Italia? Abbiamo ben tre assessori che hanno deleghe riferibili alla cultura; dovevano essere in
prima linea con i loro uffici; se non sono attivi protagonisti in questo momento ci si chiede qual sia il senso -ad esempio- di una delega ai "Grandi Eventi"!
Così come si intende chiedere chiarimenti sul costo reale che la manifestazione ha avuto: quanto è stato speso per la pubblicità dell'evento (si parla di ben 120.000 volantini!)? e soprattutto quanto sono stati pagati gli ospiti d'onore?
Crediamo che la cultura abbia bisogno di risorse, non ci scandalizzeremmo se venissero usate bene: temiamo, però, che Ascoli sia diventata solo una piccola gallina dalle uova d'oro per personaggi più o meno vip in cerca di comparsate simil-televisive con relativo e corposo assegno d'accompagnamento.