Di fronte ad una situazione economico-finanziaria drammatica, anziché raccorciarsi le maniche, trovare alcuni obiettivi comuni, si polemizza su tutto e contro tutti. C’è chi parla di lavoro senza aver mai lavorato un giorno nella propria vita, chi parla di sanità non conoscendo la differenza tra “neurologia” e “ematologia” o tra “tac” e “risonanza”, chi, con grande faccia tosta, accusa l’avversario politico di pensare solo alle poltrone quando “tutte” le poltrone sono occupate militarmente dai partiti: da tutti i partiti. C’è poi chi pensa di strumentalizzare l’attuale difficile situazione della sanità pubblica dicendo “quando c’ero io certe cose non succedevano”, dimenticando che nel periodo della finanza facile non era certo richiesto essere bravi.
A tutti costoro consiglio di fare un giro tra i cittadini normali e di ascoltare quello che dicono dei partiti, dei sindacati, della politica, degli enti, dei consorzi e quant’altro e si renderanno conto, forse, di quello che sta bollendo nel corpo profondo del nostro paese! C’è un vento che rischia di spazzare via tutti: bravi, somari, belli, brutti, onesti, disonesti!
Ma è possibile che nessuno abbia il coraggio di chiedersi perché quasi metà dei cittadini non vada più a votare e della restante metà (secondo gli ultimi sondaggi) il 24% appena dichiari di votare PD, il 16% il PDL, ormai evaporato, e circa il 20% il Movimento5stelle che sbrigativamente e molto superficialmente viene etichettato come “antipolitica”, ma che è il chiaro risultato della assoluta inadeguatezza di questi partiti, incapaci di fare una nuova legge elettorale, di introdurre elementi di etica nella vita politica, di fare una riforma che riduca drasticamente il numero dei parlamentari, che riformi il finanziamento pubblico dei partiti, che “liberi” dai partiti gli enti, i consorzi e quant’altro.
Molti politici locali, e non, pensano ancora di cavarsela difendendo e mantenendo il proprio potere addossando sempre e comunque la responsabilità ad altri. Non sono preoccupati che il castello crolli, l’importante che si salvino loro, ma ho l’impressione che questa volta sarà molto più difficile che in passato! Anche il Pd è in ritardo, eccome! Oggi il nostro tema non è essere “pro” o “contro” il governo Monti. Non è privilegiare un’alleanza con l’Udc, con Sel o con l’Idv. E’, invece, provare con coraggio a disegnare un’alternativa all’attuale oligarchia finanziaria che governa l’Europa e che sta creando abissali ingiustizie e lacerazioni sociali che rischiano di alimentare la violenza e che sta miseramente fallendo.
E’ ripristinare la democrazia, che non è solo libertà di voto, ma anche lotta per l’uguaglianza e la dignità del lavoro. E’ ripristinare la sovranità delle istituzioni politiche sulla Banca Centrale Europea. Sono pensieri strampalati? Non credo. Negli ultimi anni si sono svolte grandi manifestazioni di donne, lavoratori, studenti, mondo della cultura. Tutti sono stati giudicati con fastidio e sufficienza dai partiti, come quei 27 milioni di cittadini che dissero “No” alla privatizzazione dell’acqua, al nucleare, alle leggi ad personam. Sono state tutte iniziative vincenti e giuste!
Allora, con quale proposta politica ci presenteremo agli elettori se continuiamo a sottrarci ad un confronto non con l’antipolitica, ma con “l’altra politica”! Sono convinto che anche questo sia il compito del “mio” partito democratico. Riprendere il filo del rapporto spezzato tra partito e cittadini. Questa è la ragione per cui esso è nato. Temo però che il tempo stia per scadere e non dureremo a lungo con risposte ambigue o elusive. Per dirla con Reichlin, purtroppo “certe parole e certe facce ormai non corrispondono più alle cose”.