"Ancora una volta siamo costretti a intervenire in risposta a polemiche e attacchi personali imbastiti sapientemente sui giornali da alcuni esponenti più o meno autorevoli del Partito Democratico;la gravità delle situazione politica complessiva richiederebbe ben altri livelli e temi di discussione ma a questo ci costringe l'ottusità e l'arroganza di una classe politica ossessionata solo ed esclusivamente dal problema del controllo del potere, della propria sopravvivenza, della propria autoconservazione; e ancora una volta si usa strumentalmente il tema scottante della sanità pubblica per portare avanti un confronto politico che sa utilizzare solo la denigrazione dell'altro e il campanilismo più becero.
Lo ripetiamo: gli allarmismi sul destino della sanità picena dell'ultimo anno da parte di chi per un decennio ne ha plasmato le sorti e ne ha decantato la qualità sono semplicemente risibili per la loro pretestuosità; le reazioni isteriche di alcuni che a ritmo periodico escono sui giornali sembrano più simili a capricci di bambini viziati abituati a ottenere sempre tutto ciò che si vuole che non a dirigenti politici responsabili e preoccupati davvero del servizio pubblico in tempi drammatici di tagli e sacrifici.
Due sono invece i nostri convincimenti: 1) il servizio sanitario del Piceno può trarre la propria forza da un’attività di collaborazione tra le due realtà più significative del territorio e non come qualcuno a San Benedetto sta cercando di fare da una conflittualità perenne tra i due ospedali che invece hanno bisogno l'uno dell'altro per svolgere la propria funzione di servizio al territorio che ha le dimensioni di un quartiere medio grande di Roma; 2) uno dei mali principali della sanità – non solo del Piceno - è la commistione vischiosa tra funzione politica e funzione amministrativa che tanti mali ha portato nella sanità pubblica del nostro paese; questo malcostume di confondere i due momenti nella sanità picena è stato particolarmente evidente nel passato; il rilancio del servizio crediamo parta anche da qui: la parte politica svolga doverosamente la sua funzione d’indirizzo; l'amministrazione faccia le scelte tecniche che le proprie competenze e la propria professionalità ritiene opportune.
Purtroppo alcune prese di posizione sulla stampa negli ultimi giorni da parte di esponenti del Partito democratico ci costringono a questo intervento perché sentiamo forte la responsabilità di conservare -se possibile- la credibilità del nostro partito.
Ecco perché riteniamo quanto meno inopportune le dichiarazioni di autorevoli personalità politiche che si arrogano il diritto di esprimersi in nome del partito democratico in merito a vicende professionali tutte personali della signora Perazzoli: mescolare il livello professionale della funzionaria pubblica al suo ruolo politico di consigliera comunale è quanto meno imbarazzante. Che messaggio confuso può passare tra i nostri cittadini e simpatizzanti? Che i lavoratori impegnati in politica viaggiano su binari diversi da quelli dei comuni mortali? Perché un trasferimento ad altro settore – percepito come punitivo- deve essere collegato alle sue esternazioni politiche? Se si fosse trattato di una promozione, avremmo dovuto pensare che fosse un premio politico e non un merito professionale?
Allo stesso modo non possiamo che mostrarci spiacevolmente sorpresi rispetto a investiture assegnate sui giornali a giovani virgulti del PD senza che il segretario abbia sentito l'esigenza non diciamo di consultare ma nemmeno di informare il partito in qualche suo livello assembleare (Assemblea, direzione); e spiace che un giovane, che almeno anagraficamente dovrebbe rappresentare il rinnovamento, non abbia colto quanto di feudale, di vecchio, di inopportuno ci sia in un comportamento così sprezzante della partecipazione e della trasparenza.
E' finito il tempo delle assegnazioni di poltrone farlocche e del carrierismo a tappe dentro i ruoli del partito. Se un giovane non comprende questo cambio epocale, rischia di svolgere purtroppo solo un patetico ruolo di cucciolo di dinosauri destinati -per fortuna - a sparire".