La legge citata prevede che la quota dei fondi derivanti dai contribuenti che, al momento della dichiarazione dei redditi non scelgono alcuna confessione religiosa, sia comunque ripartita fra tutte, al contrario noi chiediamo che questa quota si destinata ad aiutare le persone in difficoltà per colpa di calamità naturali.
Anche le somme per cui viene indicato come beneficiario lo Stato siano vincolate con la stessa destinazione, con tale modifica (che il Parlamento sarebbe in grado di approvare rapidamente) stante i gettiti riscontrati negli anni fiscali precedenti si potrebbero costituire risorse imponenti nel giro di pochi anni, senza ulteriori aggravi per i cittadini.
Anche in occasione delle decisioni sugli aiuti alle popolazioni dell’Emilia Romagna, duramente colpite dal terremoto, le decisioni del Governo di reperire le risorse attraverso un ulteriore aumento delle accise sulla benzina o i rimandi alla creazione di risorse derivanti dalla “spending review” ancora da realizzare, risultano insufficienti e inadeguate.
Convinti che sia necessario fornire alle popolazioni dei territori colpiti tutto l’aiuto possibile sia nella fase di emergenza che in quella della ricostruzione, è impensabile che un tale onere possa ricadere sulle spalle di chi ha subito i danni, pensiamo invece che in presenza di un fondo di questo tipo gli interventi possano essere più veloci ed efficaci.