Il crollo del 40 per cento del movimento turistico, è un dato che gli operatori, me compreso, stanno toccando con mano. Da Roma sono piovute tasse su tutti. I Comuni del nostro territorio, anziché limitare i danni si sono inventati pure la tassa di soggiorno. L’aumento dell’Iva, la mannaia dell’Imu che, senza un grande preavviso, ha tolto soldi dalle tasche degli italiani. E quelli di loro che avevano ugualmente deciso di andare in vacanza, scegliendo magari la nostra Riviera, si sono trovati di fronte all’obbligo di una obolo che non si è ancora capito bene a cosa serva visto che, ultimamente, si creano tasse senza spiegare come saranno utilizzati i proventi. E’ meglio un euro in più a turista, o un posto di lavoro in più? Probabilmente per i nostri enti locali l’euro vale più dell’occupazione visto che non ci si è voluti rendere conto del fatto che meno turisti equivale a meno assunzioni stagionali, ma anche ad un calo del movimento economico locale. Girano meno soldi e ci rimettiamo tutti quanti. Gli operatori, i dipendenti, i fornitori, i cittadini che pagano l’Imu sulla seconda casa e poi non riescono ad affittarla in estate. Persino i supermercati dove tutti i protagonisti di questo circolo vizioso fanno spesa, guadagneranno di meno. Però le tasse da versare nelle casse gestite dai nostri amministratori restano sempre le stesse. Anzi, aumentano. Non occorre la bacchetta magica. Purtroppo quello che avviene a Roma non possiamo deciderlo all’interno dei nostri Comuni. Almeno si poteva evitare di aggiungere un’ulteriore tassa ad un settore che qualcuno, forse, ha deciso di spremere come un limone. A fine stagione, una volta che ci saremo messi alle spalle questi tre mesi che sicuramente non riserveranno grandi gioie per gli operatori turistici, sarà necessario mettersi tutti allo stesso tavolo. Invito gli enti locali come Comuni e Provincia a cercare di studiare soluzioni concrete per il settore turistico al fine di limitare i danni di questa insostenibile ondata di tassazione.