Anziché avviare una riflessione complessiva sulla situazione del territorio e sulle ragioni della sua debolezza per tentare di uscirne, vari esponenti politici di grande rilievo si avvicendano sui giornali in un poco confortante scaricabarile; riducono la propria analisi al lamento su singoli episodi alla ricerca di responsabilità esterne, o operano confronti con un “glorioso” passato in cui i protagonisti della politica del Piceno erano forti e ben saldi al potere ed il territorio destinato ad un grande futuro. Che però, ahimè, non è mai arrivato.
Interventi del genere dimostrano il totale scollamento della classe politica dalla realtà: forse a molti, immersi nella preoccupazione per il proprio futuro, sfugge che negli ultimi tre anni il mondo intero è cambiato e che è scellerato, nonché inutile, applicare le normali categorie politiche ai grandi sconvolgimenti che stanno scuotendo l'Europa e di rimbalzo il nostro piccolo territorio.
Lo sforzo di coraggio e di intelligenza politica per tentare di uscire da questo pantano è necessario, ma a volte sembra troppo arduo per chi da decenni ha tenuto sotto controllo -e sotto scacco- questa città, e il territorio tutto.
Esiste ormai da troppo tempo un assetto del Piceno apparentemente immodificabile e che ha fatto comodo a molti: la città capoluogo, isolata e chiusa in un provincialismo asfittico, mentre in altre parti del territorio si è pensato, in modo miope, che ciò potesse giovare alla vitalità di altre più piccole realtà.
Da questa convinzione è derivata l'incapacità (o la non volontà?) di dar vita ad una strategia d'insieme su ogni determinante aspetto della vita di un territorio: dal lavoro al turismo, dalla cultura alle infrastrutture, alla sanità. Basti pensare a come negli ultimi tempi si stanno affrontando temi di enorme portata come il futuro della nostra sanità o la riqualificazione dell’area Carbon: come fossero proprietà esclusive degli uni o degli altri, o clave da usare contro questo o quello!
Se è vero che il centrodestra è allo sbando, in totale disgregazione e il nervosismo di molti loro esponenti sta lì a dimostrarlo, purtroppo anche il PD fa fatica ad essere all’altezza della sfida!
Ad Ascoli vogliamo essere un punto di riferimento: vogliamo essere protagonisti nella ricostruzione di una leadership che sia credibile e che possa riconquistare la fiducia dei cittadini.
Lo abbiamo già dimostrato nel passato: abbiamo uomini e donne capaci e in grado di assumersi questo difficilissimo compito. Andrò avanti in questa direzione con determinazione e chiarezza, anche con un confronto alto e senza timori se questo è utile a far crescere il mio partito e soprattutto la città e la provincia.