che a molti è sembrato un ottimo punto di mediazione. Grazie a quell’accordo decine di lavoratori hanno scelto la via dell’uscita volontaria dall’azienda, confortati da una proposta dignitosa. Sembrava che dato il favorevole momento per lo stabilimento ascolano – la cui produzione aumenta del 20% in un anno – fossero scongiurate almeno le più fosche previsioni.
A quanto pare, invece, la dirigenza aziendale sta perseguendo nuovamente l’obiettivo di liberarsi di ulteriori lavoratori. In un momento storico drammatico per il Piceno, mentre anche internamente alla Pfizer stessa continua quel processo di dequalificazione e precarizzazione del lavoro, sancito dalla recente assunzione di lavoratori atipici, si continua a cercare senza una reale motivazione (che non sia persecutoria) l’allontanamento di ulteriori decine di lavoratori tramite lo strumento della Cassa Integrazione. Una “extrema ratio” che dovrebbe essere riservata alle aziende in vera difficoltà, a quelle in crisi di competitività, a quelle che soffrono la concorrenza dei mercati emergenti, a quelle che non sono state in grado di rinnovarsi e di offrire una qualità reale. Non è il caso di Pfizer, il cui stabilimento resta un gioiello nel panorama mondiale, tanto da meritare ulteriori pesanti investimenti della casa madre per l’aumento di produttività.
Arduo, quindi, non pensare che dietro questo ennesimo e maldestro tentativo non ci sia una mera volontà persecutoria rivolta, in particolare, a quei lavoratori che lottando contro gli abusi della dirigenza hanno visto riconosciuti i loro diritti in sede giudiziaria, ed a coloro che all’interno dell’azienda operano senza essere disposti ad accettare supinamente ogni scelta aziendale. Difficile pensare che anche questo non rientri in un ulteriore attacco intimidatorio. Impossibile non vedere come questo atteggiamento mostri apertamente la volontà di scardinare in maniera definitiva ogni resistenza alla modifica dell’Articolo 18 dello statuto dei lavoratori, che garantisce il diritto al posto di lavoro in un’azienda in assenza di giusta causa.
Contro questo ennesimo tentativo Rifondazione si pronuncia in maniera chiara: la Cassa Integrazione sia riservata a quelle aziende che davvero soffrono la congiuntura del mercato mondiale, non a quei padroni che intendono, semplicemente, disporre dei lavoratori secondo il capriccio della giornata. Chiediamo ancora una volta alle istituzioni regionali, chiamate ad intervenire in questa difficile vicenda, di scongiurare l’ipotesi di ingiustificati allontanamenti, ponendosi quindi a garanzia dei lavoratori Pfizer e di tutto il territorio Piceno.