Il progetto della Restart sembra non prevedere una revisione del piano infrastrutturale delle strade oltre a non tenere affatto conto del tessuto urbano circostante; non crea relazione tra le nuove costruzioni e la città. In particolare, non mostra una coerenza architettonica e funzionale rispetto allo stadio, all’area del Pennile, alla stazione ferroviaria con la zona nelle immediate vicinanze e al Carburo. Non va dimenticata, inoltre, l’estrema vicinanza al centro storico, per il quale questo progetto ad oggi ci sembra non offrire alcun servizio.
Oltre alle criticità progettuali immediatamente riscontrabili, ci sono delle questioni aperte sulle quali varrebbe la pena soffermarsi, ricordando che c’è il concreto rischio che con la variante il progetto subisca modifiche strutturali derivanti da una diversa regolamentazione edilizia, che la variante stessa permette.
Che fine hanno fatto i 30 milioni che sembravano essere a disposizione della scorsa amministrazione provinciale per la riqualificazione infrastrutturale dell’area? La Restart è in grado di bonificare l’area? Quanto tempo ci vorrà per questo?
La previsione di spesa e la realizzazione della bonifica sono il passaggio fondamentale per il compimento della riqualificazione dell’area. In mancanza di un rigoroso piano economico dell’intervento il progetto potrebbe arenarsi e il cantiere divenire un’opera incompiuta, trasformando quindi il progetto in un altro problema della città. È che dire poi di tutti quegli operai della ex Sgl Carbon che attendono speranzosi di essere riassorbiti nel mondo del lavoro? A quanti, effettivamente, sarà data questa opportunità? E quanto dovranno aspettare ancora?
Ci sembra incerto il futuro della realizzazione del Polo Tecnologico e Scientifico e delle aree destinate a verde pubblico attrezzato. Il progetto, infatti, prevede la collocazione del Polo Tecnologico nelle aree dove sono attualmente presenti le volumetrie che rappresentavano il cuore della produzione dell’ex Carbon e varie strutture sportive. Vediamo così molto vicina la possibilità che non venga attuato alcun intervento di risanamento.
Crediamo, invece, che la realizzazione del polo tecnologico debba andare di pari passo alla realizzazione dei nuovi edifici, poiché è dalla funzionalità del polo che passa la reale opportunità per un nuovo sviluppo cittadino.
Resta aperto poi il quesito relativo alle esigenze abitative di quell’area: in questo periodo di crisi ci chiediamo chi effettivamente potrà permettersi di abitare questi appartamenti non soggetti ad edilizia convenzionata, considerato anche che sono già presenti aree edificate a scopo abitativo come il comparto Firenze, Sacro Cuore, e altre sono previste a Monterocco e a Monticelli con il contratto di quartiere, Villa Rendina e Castagneti.