Non si fa scrupolo di dilapidare il patrimonio comunale e spingere ai massimi storici l’indebitamento oltre quanto già fatto da Celani. Castelli punta tutto sulla teoria che i cittadini giudicano gli amministratori su quanto hanno saputo spendere e non su come hanno lasciato il patrimonio e il livello di indebitamento. Il brutto vizio, insomma, che ha portato lo stato italiano sull’orlo del fallimento.
Bastano alcuni numeri del 2011 per far capire la situazione: deficit strutturale annuale (iniziato ad accumularsi con il Sindaco Celani) in costante aumento (differenza tra entrate e uscite correnti) di 4 Milioni e 893 mila Euro, indebitamento complessivo comunale in aumento del 20% dai già riguardevoli 52 Milioni e 872 mila Euro del 2010 ai 61 Milioni e 641 mila Euro del 2011. Senza contare l’indebitamento delle società alle quali è stato caricato il mutuo per l’acquisto della discarica di Relluce e quello delle reti del gas di media pressione. La logica è sempre quella di spendere per costruire consenso (come il caso del mutuo mai visto prima di 11 Milioni di Euro per i lavori pubblici). Il deficit si abbatte attraverso la costruzione di entrate correnti annuali, che il comune, invece, di anno in anno elimina attraverso dismissioni patrimoniali. Un esempio? La vendita della rete del Gas ha portato via i circa 400 mila Euro che il comune incassava annualmente.
La volontà di rielezione acceca il Sindaco Castelli che con qualsiasi mezzo economico disponibile ha proseguito la sua folle corsa vendendo patrimonio immobiliare (oltre 3 milioni di Euro per il 2011), prelevando ogni anno riserve dalle società Comunali (1milone e 654 mila Euro per il 2011) e facendo la cresta sulla TARSU (immondizia) introitando dai cittadini 2 milioni e 375 mila euro in più rispetto al dovuto. Per il servizio della raccolta e smaltimento immondizia, infatti, che dovrebbe essere un servizio per il cittadino al costo, il comune incassa 8 milioni e 375 mila Euro e ne spende 6 milioni imponendo ai cittadini di pagare bel oltre il 30% in più rispetto al dovuto.
Per quanto riguarda le aliquote IMU applicate non hanno niente di miracolistico rispetto a quanto deliberato da altri comuni italiani. Lascia stabile l’aliquota prima casa al 4 per mille (che poteva essere ridotta fino al 2 e aumentata fino al 6 per mille) e porta quasi al massimo quella sulla seconda casa al 9,6 per mille (minima 4,6 e massima 10,6). L’agevolazione al 5 per mille per le seconde case date in comodato ai figli, per quanto apprezzabile, rappresenta semplicemente il ripristino dell’agevolazione abolita dalla giunta Celani, che invece era stata mantenuta fino a oggi da moltissimi altri comuni. Un intervento per addolcire la pillola rispetto alla forte tassazione delle seconde case che in molti casi, ad Ascoli, è la conseguenza dell’urbanizzazione e dell’abbandono di molte abitazioni nelle oltre 50 frazioni della città e che poche volte sono il sintomo, come potrebbe essere invece in qualche comune costiero come San Benedetto, di prosperità e redditività finanziaria.
I tagli di cui Castelli parla, non sono ancora visionabili, tuttavia, per quanto riguarda i servizi sociali con il termine usato “ristrutturazione” abbiamo già capito che si tratta di un vero e proprio ridimensionamento di servizi.
Sui parcheggi, infine, Castelli, dopo aver continuato per tre anni a tener nascosto il debito con la Saba, continua a propinarci la favola del riacquisto dei parcheggi. In realtà l’obiettivo politico è quello di nascondere il disastro combinato dal Centrodestra e l’indebitamento conseguente che ne è scaturito. Denunciamo da tempo che Castelli vuole propinarci quella che in realtà è la vendita dei parcheggi chiamandola, al contrario, acquisto. I parcheggi di struttura Torricella ed ex-Gil sono di proprietà comunale. La loro gestione, insieme con quella della sosta di superficie è stata affidata alla Saba fino al 2039 attraverso una convenzione approvata dalla giunta Celani nel 2002. Gli obblighi previsti da questa convenzione hanno fatto maturare un debito mostruoso con la Saba che aumenta di giorno in giorno. Noi da anni abbiamo proposto, di esercitare immediatamente il diritto di recesso attraverso il pagamento del valore residuo della convenzione in modo da far riappropriare il Comune della gestione dei parcheggi. Il Sindaco, invece, ha continuato a tergiversare facendo accumulare altro debito preferendo l’interesse politico di nascondere il disastro combinato. E’ evidente che quest’atteggiamento è inaccettabile e non va certo nella direzione dell’interesse generale. Per l’operazione di copertura del debito accumulato, pur di nasconderlo, Castelli sceglie di coinvolgere un nuovo privato attraverso la vendita definitiva di parte della proprietà dei parcheggi.
Questo significa la perdita di patrimonio comunale, che unita alle garanzie da dover dare ai nuovi privati comproprietari non risolverebbe il problema della libera gestione comunale della sosta e della viabilità e comprometterebbero, sicuramente, le entrate annuali che deriverebbero dal mantenimento della proprietà.