Non sorprende che l'opposizione abbia contestato tale scelta visto che, effettivamente, è stata una scelta di forte discontinuità con il passato.
Su sollecitazione del Movimento Autonomo Piceno, in particolar modo del Presidente del Consiglio Provinciale Armando Falcioni – peraltro condivisa dal PdL – si è cercato di ridurre i lacci e laccioli che per tanto tempo hanno paralizzato iniziative edilizie e produttive, anche minime, soprattutto nelle zone interne del Piceno.
Insomma si va nella direzione di semplificare le procedure pur nel rispetto sostanziale delle leggi e della compatibilità ambientale.
Di fatto il PTC precedente era una sommatoria di buone enunciazioni di principio molte delle quali di impossibile attuazione.
Si pensi, ad esempio, alle perimetrazioni effettuate dalla Provincia sui borghi e nuclei storici che hanno poi lasciato ai Comuni l'incombenza – impossibile da attuare – di effettuare decine e decine di piani di recupero senza i quali non è possibile alcun intervento sull'edificato se non il risanamento conservativo.
Peraltro la disgraziata divisione della provincia rende inevitabile il dotarsi di un nuovo PTC come, difatti, Fermo sta già facendo.
Al riguardo il MAP farà tutte le sollecitazioni necessarie affinché un nuovo PTC sia condiviso soprattutto con la Val Vibrata allo scopo di ridare prospettive ad un territorio, quello Piceno, che per dimensioni sta diventando asfittico (salvo che non ci siano sorprese sul futuro delle province italiane).