Napolitano a Pesaro, bagno di folla per il Presidente

Napolitano a Pesaro, bagno di folla per il Presidente

Ricci: «Giornata storica per Pesaro e per la provincia»

Il messaggio del Capo dello Stato al Paese, lanciato da Pesaro, nella festa nazionale della Liberazione, carico di contenuti istituzionali, sta già rimbalzando su ogni organo di informazione.
Matteo Ricci, al suo fianco, non può che essere soddisfatto. Pesaro e la provincia diventano il centro del Paese, nel giorno della Resistenza. Così dal palco il presidente della Provincia saluta Napolitano: «Ogni ragazzino ha i suoi eroi. I miei sono stati i nostri partigiani. Molti di loro ci hanno lasciato. Alcuni, invece, sono qui tra noi, a ricordarci che i valori della Resistenza e della lotta di Liberazione sono il pilastro della Repubblica italiana». Passaggio di Ricci sull’unità del Paese: «Da noi c’era la Linea gotica. Ed è per questo, forse, che più di altri abbiamo vissuto con grande fastidio ogni dibattito teso a dividere l’Italia tra nord e sud. Questa parte del Paese, l’Italia dell’efficienza solidale, rappresenta una grande cerniera geografica e valoriale, indispensabile per saldare la nazione e portarla fuori dalla crisi». E ancora: «La Resistenza è l’affermazione dei valori che oggi ritroviamo nella Costituzione più bella del mondo: la libertà, l’uguaglianza, la democrazia e la solidarietà». Di qui il riferimento alla battaglia per il riconoscimento dei danni neve: «E’ anche per difendere questo patrimonio di valori che – continua il presidente della Provincia - a Roma, abbiamo manifestato per il Marche Day. Perché abbiamo subito un vero e proprio “terremoto bianco” che ha creato milioni di danni. Quando un territorio subisce una calamità naturale deve scattare un meccanismo di solidarietà nazionale. Altrimenti l’Italia non sta insieme». Ricci affida al presidente della Repubblica la speranza delle nuove generazioni: «I ragazzi vedono nel capo dello Stato il modello positivo, il grande riferimento, l’interlocutore più attento e credibile in questo momento. Me ne sono reso ulteriormente conto in questi giorni, girando le nostre scuole superiori e raccogliendo i pensieri e le preoccupazioni dei giovani sul loro futuro e su quello del Paese. Le consegnerò i loro messaggi, che parlano non di antipolitica, ma di una grande richiesta di buona politica e della necessità di rimettere il lavoro e il loro futuro al centro delle scelte da compiere». Si rivolge ancora a Napolitano: «Confidiamo nell’esempio di buona politica che il capo dello Stato rappresenta e incarna per dare la spinta giusta alle decisioni che il governo e il parlamento devono prendere». Tra queste, anche lo “ius soli”, sfida culturale lanciata dal Capo dello Stato e sposata come noto in pieno dal presidente della Provincia: «Chi nasce in Italia è italiano. E’ un tema di civiltà che, in verità, ha molto a che fare con la crisi economica e con l’Italia che vogliamo. Abbiamo voluto cogliere questa sfida anticipando la cittadinanza onoraria ai bimbi nati qua, spingendo così perché il parlamento legiferi per una cittadinanza vera».
Napolitano arriva puntuale, accolto da applausi. Passa in rassegna il picchetto d’onore, poi ricorda che la sua presenza a Pesaro è legata alla «memoria collettiva di un territorio profondo, laborioso, che vinse la guerra di Liberazione, caratterizzata da grande senso civico». Cita l’«esempio di Sant’Angelo in Vado», parla del «patto nazionale che unisce il Paese». E integra: «Dinnanzi alla crisi che ha investito l’Italia e l’Europa, abbiamo bisogno di attingere alla lezione di unità nazionale che ci viene dalla Resistenza. E abbiamo bisogno della politica come impegno inderogabile». Anche ricordando il passato, esorta: «Ci si fermi a ricordare e riflettere, prima di scagliarsi contro la politica». Certo, nota, «i partiti facciano la propria parte, si rinnovino per non dare fiato alla cieca sfiducia e a qualche demagogo di turno». In più, «occorre impegnarsi perché dove si è creato del marcio venga estirpato»; serve «ritrovare slancio ideale, tensione morale, capacità nuova di proposta e di governo», oltre a «una nuova legge elettorale che consenta ai cittadini di scegliere i rappresentanti in parlamento e non di votare nominati dai partiti». Infine: «La politica, i partiti, devono rinnovarsi decisamente, fare la loro parte nel concretizzare risposte ai problemi più acuti, confrontandosi col governo fino alla fine naturale della legislatura».
Luca Ceriscioli, nel suo saluto al capo dello Stato, si allaccia alla storia: «Anche questa piazza, il 25 aprile del ’45, era piena di gente festante. Pesaro ha una solida storia di impegno per la libertà e la democrazia. Che trova radici nell’esperienza della Liberazione e nella ricostruzione di una città, tanto ferita dalla guerra, da meritarsi la medaglia d’argento al valore civile». Cita, il sindaco, il recente incontro tra Liliana Segre e i giovani pesaresi al palas di via dei Partigiani: «Più di 3mila ragazzi che hanno seguito, con attenzione e in religioso silenzio, il racconto della nostra concittadina onoraria. Ciò conferma che i valori che animarono chi morì per la lotta di Liberazione sono ancora vivi».
Mentre il presidente del consiglio regionale Vittoriano Solazzi nota che oggi serve riferirsi all’esempio della Liberazione anche per «riaffermare una coscienza nazionale» e assumere una «comune responsabilità nei confronti del Paese, per garantire soprattutto ai giovani una speranza. Lo stesso sentimento che, anche nella nostra regione, ha mosso sino all’estremo sacrificio tanti giovani negli anni della guerra».
II sindaco di Sant’Angelo in Vado, Settimio Bravi, sottolinea: «Questa giornata ci consente una riflessione sul significato del 25 aprile, per sottolineare la grandezza del processo di liberazione dell’Italia, il suo valore e, per certi versi, la sua unicità, data dalla straordinaria pluralità di forze che concorsero a liberare il Paese». Poi cita Pertini, che da «presidente della Camera inaugurò il monumento ai caduti della libertà di Sant’Angelo in Vado, nel luogo dove si saldano due pagine fondamentali della nostra patria: il sangue dei garibaldini, che hanno voluto l’Italia unita e indipendente e il sangue dei soldati dell’esercito italiano di Liberazione, che ci liberò dai nazi-fascisti». E ringrazia Napolitano perché, «pur non potendo, per ragioni logistiche, essere direttamente a Sant’Angelo in Vado, ha voluto che se ne parlasse in questa manifestazione».

Ricci: «Giornata storica per il territorio»
 
«Giornata storica per Pesaro e per la provincia». Conclusa la più che riservata e inaccessibile colazione di lavoro con Napolitano, Matteo Ricci esce dalla prefettura e commenta così: «E’ stato davvero un abbraccio collettivo: migliaia e migliaia di cittadini si sono stretti introno al presidente della Repubblica e, in questo modo, intorno all’Italia in un momento così difficile». Per il presidente della Provincia, «abbiamo assistito ad una lezione di alta politica. Napolitano ha difeso il ruolo dei partiti. Ma gli ha dettato l’agenda per salvarsi e per riformare la democrazia». E’ stato «un grande riconoscimento per il ruolo fondamentale del territorio nella lotta di Liberazione. E il ricordo più commovente della giornata è stato il lungo abbraccio tra il Capo dello Stato e Giorgio De Sabbata». Ma c’è altro. Perché a pranzo Ricci si è intrattenuto a lungo con Napolitano, consegnandogli tutti i dossier riguardanti i nodi del territorio: Fano-Grosseto, terremoto bianco, ius soli, patto di stabilità. Insieme a quello dedicato al futuro dei giovani, messo a punto da Ricci girando le scuole superiori della città. Andiamo con ordine: «Sulla Fano-Grosseto – spiega il presidente della Provincia di Pesaro e Urbino -, Napolitano ha mostrato grande attenzione. Si impegnerà a sollecitare il ministro Corrado Passera, per accelerare la conclusione della vicenda. Per questo, mi ha chiesto di fargli pervenire una lettera dai 3 presidenti delle Regioni interessate». Capitolo patto di stabilità: «Il presidente della Repubblica comprende la difficoltà degli enti locali. E confida che, almeno in parte, si possa sbloccare una parte di fondi». Sintonia totale tra Ricci e Napolitano sullo “ius soli”. Mentre sul terremoto bianco, «il capo dello Stato ha chiesto molte informazioni. Ho parlato a lungo anche con il ministro Cancellieri, che mi ha ribadito l’impegno del governo per il rimborso delle spese iniziali. In più, il ministro dell’Interno rimarrà in contatto con Barca e Catricalà, prima dell’incontro ad hoc che avremo a Roma sul resto della partita. Contiamo, dunque, anche su questo canale». Infine, i giovani: «Napolitano è rimasto letteralmente entusiasta del nostro lavoro con i ragazzi. Ci ha fatto i complimenti. Ora l’auspicio è che possa trarre spunto anche dalle considerazioni dei nostri studenti e magari rifarsi alle loro necessità nei suoi prossimi interventi». Il presidente della Provincia ha donato al Capo dello Stato una riproduzione in bronzo del «Disco Grande» di Pomodoro. Soddisfatto a 360 gradi, Ricci, che conclude: «Manterremo sicuramente vivi i contatti con il Quirinale. Sia con Napolitano che con il suo stretto collaboratore Carlo Guelfi». 

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