I cittadini hanno bisogno di informazioni corrette in merito all’operato delle pubbliche amministrazioni per poter poi giudicare gli amministratori e confermare o modificare le scelte operate in sede di cabina elettorale.
L’operazione “trasparenza” consiste anche nello spiegare correttamente le retribuzioni corrisposte a fronte delle responsabilità e dell’ impegno profuso e tali informazioni credo siano facilmente reperibili presso gli uffici competenti.
Sparare nel mucchio non giova a nessuno e credo rientri in un clima generale di ricerca scomposta di “capri espiatori” della difficile situazione economico-finanziaria attuale.
Proprio nello spirito di dare serenità ai cittadini la Direl-Marche evidenzia quanto segue:
la dirigenza degli enti locali, e quella del Comune di Ascoli Piceno non fa eccezione, viene retribuita sulla base di parametri stabiliti dal contratto nazionale di lavoro e dai contratti decentrati che hanno subito un sostanziale “blocco” economico ormai dal 2009;
tali parametri sono la retribuzione di posizione e quella di risultato e non vi sono altre retribuzioni accessorie, quindi né straordinari, né premi aggiuntivi erogabili ed erogati a qualsiasi titolo, salvo gli incentivi alla progettazione, i compensi all’avvocato e i diritti di rogito spettanti per contratto e legge nazionale ad alcuni dirigenti a fronte di specifiche prestazioni;
la dirigenza del Comune costituisce l’imprescindibile anello operativo della macchina burocratica, in quanto organizza gli uffici, affida beni e servizi, lavori pubblici, rilascia autorizzazioni, concessioni e pone in essere tutti gli atti gestionali attraverso i quali si concretizzano gli indirizzi politici degli eletti, affrontando conseguentemente tutte le responsabilità gestionali, civili, penali ed amministrativo-patrimoniali con esposizione del proprio patrimonio personale in caso di errori gravi nell’esercizio delle proprie funzioni;
al contrario della politica che non ha, salvo rari casi, tali esposizioni;
la dirigenza del Comune non ha limiti di orario, è sempre raggiungibile, lavora talora anche di sabato e domenica e se si facesse il computo orario della sua retribuzione si scoprirebbe che il suo “stipendio” è sicuramente più basso di qualche collaboratore che lavora 36 ore settimanali;
la dirigenza del Comune è retribuita molto meno della dirigenza del privato ed è egualmente licenziabile, perché esistono gli strumenti per farlo, ancor prima delle recenti riforme del lavoro pubblico e rispetto al privato ha una responsabilità in più e cioè quella di dover rispondere in caso di colpa grave alla Corte dei Conti per responsabilità amministrativo-patrimoniale;
la dirigenza del Comune può essere chiamata a cambiare lavoro (cosiddetta “rotazione” o “giri di valzer” come certa stampa li chiama) ogni tre anni o ancor prima con una necessità di riconvertisi e “riprofessionalizzarsi” in tempi brevi e con l’obbligo di dare risposte operative certe in tempi rapidi in relazione ai nuovi incarichi ricevuti e fronte di responsabilità che comunque permangono anche durante tale periodo “formativo”;
la dirigenza del Comune come quella degli altri enti locali ha subito negli ultimi due anni non solo il blocco delle retribuzioni, che hanno riguardato tutti i dipendenti pubblici, ma anche la decurtazione dello stipendio dovuta al contributo di solidarietà per i redditi superiori a 90.000,00 euro;
le retribuzioni di risultato vengono erogate sulla base di un sistema di valutazione delle prestazioni dirigenziali, in parte riferito alle competenze, in parte agli specifici obiettivi strategici assegnati loro dalla Giunta Comunale, in parte riferito ai comportamenti organizzativi posti in essere e sulla base di uno specifico regolamento: il fondo per la retribuzione di risultato è stabilito per contratto nazionale in misura non inferiore al 15% del fondo complessivo. L’operatività del sistema di valutazione è garantita da un Organismo Indipendente di Valutazione nominato dal Sindaco.
Nel dare tali spiegazioni il rischio di scivolare nel tecnicismo è molto alto, ma, in sintesi il messaggio che intende dare la scrivente organizzazione è che non vi è nulla di anomalo sulle retribuzioni dei dirigenti comunali, siamo in linea con la normativa nazionale e locale ed il tutto a fronte di responsabilità non lievi che portano all’esposizione, ripeto, dei propri patrimoni personali , a fronte di un impegno che va ben oltre le canoniche 36 ore settimanali e a fronte di rischi di licenziamento e di mobilità di incarico molto simili a quelli esistenti nel privato.
Credo che l’argomento della dirigenza degli enti locali e del Comune di Ascoli Piceno debba essere affrontato con le amministrazioni in carica in maniera organica e senza sensazionalismi, giacchè, ribadiamo un concetto già espresso in altri comunicati stampa, non giova a nessuno mettere in contrapposizione “politica” e “gestione”, politica e cittadini, cittadini e lavoratori pubblici;
crediamo che per uscire dalle sabbie mobili di questa difficile situazione nazionale e locale non occorra conflittualità ma solidarietà tra le diverse categorie, ed in tal senso siamo disponibili ad un confronto per modifiche e miglioramenti del sistema della macchina comunale, sempre nell’ottica di incrementare, guidati solo da onestà intellettuale, la qualità dei servizi alle famiglie ed alle imprese del territorio.