intorno a queste necessità si costruisce la politica urbanistica dell’Amministrazione. Niente a che vedere con una reale e sana pianificazione e progettazione del territorio, che invece dovrebbe seguire questi passaggi:
progetto di riqualificazione del territorio rispetto a precisi obiettivi urbanistici, ma anche economici e sociali della collettività
definizione delle reali esigenze abitative della comunità
individuazione delle possibilità di riqualificazione dell’esistente
DA ULTIMO: l’identificazione di possibili aree edificabili e coinvolgimento dei privati
E’ questo il metodo che un’Amministrazione consapevole e interessata al bene pubblico adotta per promuovere la crescità della città, e questo metodo ha un nome: si chiama Piano Regolatore Generale, quello che le giunte Celani e Castelli hanno lasciato dormire nel cassetto da un decennio per poter procedere a mano libera di variante in variante seguendo finalità che nulla hanno a che vedere con le necessità della collettività.
Dopo che si è deciso che quelle sono le aree da urbanizzare, le varianti di Villa Rendina e di Monterocco vengono presentate come strumento base per l'obiettivo -condivisibile – di porre un freno al fenomeno di decremento demografico che negli ultimi anni ha toccato pesantemente la città.
Si dimentica, però, che lo spopolamento della città, specie delle giovani famiglie, a tutto vantaggio dei comuni limitrofi, sia stato generato e accentuato dalla mancanza di qualunque politica atta a porvi un freno: nessuna progettualità in termini di politiche economiche di rilancio per la città, nulla nel miglioramento dei servizi specifici per le giovani coppie. Anzi, l'amministrazione da anni sembra non vedere come la sua inerzia è andata ad avvantaggiare altri Comuni del circondario, quale ad esempio, Folignano
Tanti i dubbi su questa decisione:
che valore potrà mai avere un Piano Regolatore, che Castelli strombazza ormai in dirittura d’arrivo, dopo che queste ultime varianti andranno ad incidere su due punti strategici della città?
Che cosa altro dovrà regolamentare il Piano, quando, variante dopo variante, si sta letteralmente raschiando il barile del territorio continuando a tirar su case?
Quale incisività e significato potrà mai avere una definizione finalmente complessiva del territorio urbano dopo che nel corso degli anni abusi, condoni, varianti scollegate e a macchia di leopardo hanno di fatto modificato interamente intere aree, senza nel contempo rimodularne funzioni, servizi, obiettivi e dunque senza prospettare un' IDENTITA' ECONOMICA CULTURALE SOCIALE E URBANISTICA della città per i prossimi decenni?
Su questo aspetto, ancora una volta, l'Amministrazione Castelli si mostra del tutto in linea con la precedente guidata da Celani: nessuna prospettiva, nessuna progettualità; l'amministrazione di un importante capoluogo di provincia condotta con metodi adatti ad un piccolo paesino di campagna.
L'impressione è che anche su questo strategico tema (il PRG appunto) l'Amministrazione stia attuando la solita operazione di facciata, al di sotto della quale c'è il nulla in termini di idea dell'Ascoli dei prossimi anni.
In questo contesto il progetto presentato sotto la veste di edilizia convenzionata assume troppo da vicino i contorni di una mera urbanizzazione come altre, di un ennesimo progetto di cementificazione di cui oggi non si percepisce neppure l'urgenza.
Ma davvero in questo momento ad Ascoli c’è bisogno di costruire nuove case?
Il Comune si è dotato di strumenti per valutare l'effettiva necessità e l'impatto reale sul problema che vuole affrontare (lo spopolamento del territorio)? Ha reperito dati in merito alla reale richiesta di nuove abitazioni da parte dei più giovani? E ha quantificato i termini dell’invenduto o la possibilità di riqualificazione dell’edilizia esistente?
Qual è la situazione del mercato edilizio ascolano in questo periodo di crisi? Quanto può essere competitivo il progetto rispetto all'attrattiva dei piccoli comuni limitrofi? I prezzi di vendita possibili (1.600/1700 euro/mq come da comunicato stampa) sono davvero competitivi in questi tempi di grande difficoltà economica?
LA NOSTRA IDEA DI EDILIZIA CONVENZIONATA PER LE GIOVANI COPPIE
Lo ripetiamo. Crediamo che il problema del decremento demografico della città, specie tra la popolazione giovanile, vada affrontato con serietà.
Per questo crediamo che l'intervento dell'Amministrazione nel progetto proposto in variante non possa e non debba limitarsi alla concessione di aree edificabili in cambio solo di alcune opere pubbliche che talvolta sono anche di utilità discutibile. Pensiamo ad un impegno molto più significativo e politicamente sostanzioso per l'intervento pubblico in materia:
una definizione anticipata delle regole alla base dell'assegnazione degli appartamenti che deve essere GESTITA dall'ENTE PUBBLICO che stabilisce, fissa e controlla i criteri di assegnazione degli alloggi (età, reddito, stato civile/sociale)
la definizione di vincoli che disincentivino l’eventuale utilizzo speculativo dell’edilizia convenzionata: l’obbligo di residenza, fissazione di tempi minimi prima della vendita successiva, o per la locazione in affitto
il coinvolgimento e il sostegno dell'amministrazione per le giovani coppie rispetto all'accesso al credito: perchè non pensare ad esempio a destinare il denaro previsto per opere pubbliche quali rotatorie o ampliamento di parcheggi in un fondo di garanzia per sostenere l'accensione di mutui presso le banche?
Una partecipazione attiva e propositiva dell'amministrazione pubblica nella fase di progettazione che spinga nel senso dell' edilizia ecosostenibile
La definizione del capitolato di appalto controllato dall’ufficio tecnico del comune e rispondenti alle norme in convenzione
L’utilizzo di materiali edili rispondenti ad un basso consumo energetico
CONSUMO DI SUOLO, RIQUALIFICAZIONE URBANA, TUTELA DEL TERRITORIO
Per noi e’ prioritaria sul piano urbanistico l’attenzione costante al consumo di suolo e siamo convinti che vada posto un freno al ricorso indiscriminato alla cementificazione. Non passa da qui il rilancio economico della città.
Il consumo di suolo indiscriminato sottrae quest'ultimo alla possibilità di verde, di attrezzature sportive, all'agricoltura, amplifica la richiesta di servizi , crea una disarmonia in un territorio come il nostro dove la conservazione dell'ambiente è fondamentale anche per il turismo e l'economia e un appartamento ristrutturato non è certamente peggiore di uno nuovo, anzi ha il vantaggio di essere in zone già urbanizzate, in particolare del centro storico che così potrebbe rinascere insieme alla crescita dell'Università creando di nuovo opportunità per i commercianti che giustamente spesso si lamentano.
Nel dare sostegno alle giovani coppie si possono prevedere forme di incentivazione per l'accensione di mutui, per l'acquisto e il restauro degli appartamenti del centro storico e del resto della città; promuovere e incentivare la vendita e l'acquisto di appartamenti già esistenti risponde ad una necessità diffusa di redistribuzione della ricchezza fra tanti e non solo tra i pochissimi noti.
Inoltre non dimentichiamo che questa cementificazione dovuta alle due varianti in questione sembra dimenticare che il progetto della Restart rappresenterà un forte cambiamento della fisionomia della città e anch’esso dovrebbe prevedere parte di edilizia convenzionata.