Sentina, Travanti: «Si vuole sopprimere l'autonomia del comitato»

Sentina, Travanti: «Si vuole sopprimere l'autonomia del comitato»

La storia di D'angelo quale ambientalista e soggetto non disponibile ad esercitare un ruolo di acritico esecutore di direttive, non era più, al di là dei buoni risultati ottenuti in cinque anni, compatibile

1) La necessità di preservare gli equilibri politici dell'attuale maggioranza amministrativa sambenedettese o meglio, di ripartizione degli incarichi tra i partiti di maggioranza. L’Ex Presidente Pietro D'Angelo, non essendo più iscritto ad alcun partito da più di cinque anni non rientrava in questi criteri pertanto necessitava trovare altra figura e ancora una volta,  la competenza, i risultati conseguiti, la passione per un impegno pubblico dovevano cedere il passo a logiche estranee a questi valori.

2) Esaminando in dettaglio la proposta di Legge Regionale sul riordino delle aree protette, relativamente agli articoli riguardanti le Riserve Naturali Regionali, di ispirazione di autorevole esponente del PD locale (Cons. Perazzoli), si evince la volontà di sopprimere l'autonomia del Comitato di Indirizzo della Riserva Regionale Sentina così come sancito dalla delibera istitutiva della stessa.      
Viene da pensare dunque, che la sostituzione del Presidente non sia legata alla sola necessità di salvaguardare gli equilibri politici, ma che essa sia soprattutto funzionale ad un disegno, peraltro esplicitato più volte pubblicamente dal Consigliere Perazzoli tra l’altro sentito personalmente in un’assemblea pubblica ad Appignano del Tronto, di condizionare l’autonomia della Riserva, anche attraverso la sostituzione di D'Angelo perché troppo integralista e probabilmente avviare in parte dell'area protetta progetti diversi dalla valorizzazione ambientale (vedremo se il Cons. Perazzoli avrà la forza di togliere dal Comitato di Indirizzo anche il sottoscritto Assessore delegato dal Comune di Ascoli).
Risulta pertanto chiaro che la storia di D'angelo quale ambientalista e soggetto non disponibile ad esercitare un ruolo di acritico esecutore di direttive, non era più, al di là dei buoni risultati ottenuti in cinque anni, compatibile con il ruolo di Presidente della Riserva. 
L'approssimarsi, tra l'altro, dell'approvazione del Piano di gestione adottato dalla Riserva e vero strumento di pianificazione e salvaguardia dell'area protetta, se non totalmente condiviso, dovrà essere emendato e gli emendamenti dovranno passare attraverso l'approvazione del Comitato d'Indirizzo, per questo a qualcuno, come detto, premeva renderlo mero organo consultivo, di fatto annullandone la sua funzione assegnatagli dalla delibera istitutiva della Riserva.
Vedremo nel prossimo futuro, se tale ipotesi scaturisce da timori o sarà suffragata da atti concreti tendenti a cambiare il Piano di Gestione adottato, tra l'altro votato all'unanimità dal precedente Consiglio Comunale. Le notizie apparse negli ultimi giorni sugli organi di stampa dimostrano che ciò non è un timore ma un dato di fatto. Intanto si preannuncia una modifica al Piano, che prevede il raddoppio della superficie del depuratore al fine di trattare i reflui di Acquaviva e tutta la vallata del Tronto fino Campolungo compreso, senza alcun documento a sostegno di tale iniziativa quali ad esempio atti di indirizzo del Piano d'Ambito e quindi della Conferenza dei Sindaci preposta per tali decisioni. Infatti il raddoppio della superficie del depuratore attualmente non è previsto dal Piano d’Ambito. Non solo, ma qualcuno spera di avviare nella zona, impianti di trattamento dei rifiuti peraltro vietati dal PAI in zona E4 ad altissimo rischio di esondazione (business dei rifiuti). 
Per concludere su tale importante decisione, chiedo che sia chiamata ad esprimersi la Conferenza dei Sindaci (tra cui il Sindaco del Comune di Ascoli, proprietario del terreno) e che il CIIP dimostri con trasparenza la pubblica utilità al raddoppio del depuratore.
Dovendo rendere conto alla collettività ascolana quale proprietaria del terreno, mi dichiaro contrario a tale decisione in quanto non si evincono le motivazioni di pubblica utilità dell’opera.