Il primo cittadino sostiene infatti che “non è più accettabile il paradosso per cui, mentre crescono le responsabilità affidate ai sindaci, diminuiscono i mezzi messi a loro disposizione per onorare queste responsabilità”. Si tratta, avverte Castelli, “della progressiva affermazione di “una tendenza pericolosissima a scaricare sulla base della Repubblica, ovvero i sindaci, le incongruenze più imbarazzanti della crisi sistemica che vive il Paese”.
Eppure, continua Castelli, “sono proprio i primi cittadini a incarnare il punto d’incontro tra la politica e la comunità, dovendo ogni giorno rispondere del loro operato di fronte ai cittadini!”. Non è la stessa cosa, invece, “per un governo tecnico e per un Parlamento di nominati”, conclude Castelli.
E il primo cittadino di Ascoli non è solo, come lui altri sindaci ricorrono.
Cattaneo (Pavia): “Finito il tempo del dialogo, prima battaglia per riaffermare federalismo virtuoso”
“Il tempo del dialogo con il governo è finito: se non arrivano aperture sia sulla questione tesoreria unica che sul patto di stabilità, bisogna prendere posizioni forti. Al governo abbiamo dato credito, ma le risposte non sono oggettivamente arrivate”. Così Alessandro Cattaneo, sindaco di Pavia e vice presidente dell’Anci alla vigilia del consiglio nazionale che, domani a Napoli, discuterà proprio del trasferimento forzato delle casse comunali allo Stato, e delle attese deluse sull’allentamento dei vincoli ai bilanci comunali.
Cattaneo ribadisce al sito Anci che “impedire il trasferimento obbligato della tesoreria è una battaglia di principio che va assolutamente continuata: i Comuni rivendicano una autonomia di azione e di scelta per i nostri territori in senso contrario a questo ‘neocentralismo’ che non ha alcun significato”.
Ma a suo parere la difesa della tesoreria dallo ‘scippo’ dello Stato, che potrà incamerare già domani il 50% delle risorse depositate nei Comuni, ha anche un altro valore: “Questa battaglia è anche il primo passo per riprendere in modo virtuoso il percorso del federalismo. Per questo domani a Napoli – conclude Cattaneo - parlerò del dovere di riprendere il cammino federalista, cosa che per i Comuni significa, innanzitutto, premiare la virtuosità e sollecitare la responsabilizzazione massima degli amministratori locali”.
Occhiogrosso (Bitetto): “Tutte le azioni possibili per far tornare il governo sui suoi passi”
“Tutte le azioni possibili che possano comportare un passo indietro da parte del governo al ritorno della tesoreria unica, è una norma che lede ancora una volta l’autonomia degli enti locali”. Così Stefano Occhiogrosso, sindaco di Bitetto e membro dell’ufficio di presidenza Anci, sull’iniziativa Anci di chiedere la sospensione del provvedimento. “Da una parte si parla di federalismo e dall’altra si continua a ledere la nostra autonomia – spiega al sito Anci Occhiogrosso – è una norma contraddittoria e che comporta notevoli danni al comparto delle autonomie. Chiediamo un passo indietro al governo e appoggiamo l’iniziativa del sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, di intraprendere un’iniziativa legale”.
Per Occhiogrosso “i prossimi mesi saranno decisivi nel rapporto tra governo ed enti locali”. “Siamo arrivati a una situazione veramente di non ritorno – rimarca – c’è bisogno che le tesorerie comunali non vengano toccate e inoltre è fondamentale rivedere assolutamente il patto di stabilità, perché le aziende sul territorio che hanno eseguito lavori per il comune devono essere pagate. Se il governo non ci viene incontro siamo pronti a dimostrazioni forti”, conclude Occhiogrosso.
Guerini (Lodi): “Lo Stato ci toglie altro ossigeno, giusto mobilitarsi se non cambiano le cose”
“La norma sulla tesoreria unica è l’ennesimo passo indietro sulla strada dell’autonomia, lo Stato toglie altro ossigeno alle nostre casse. Se il governo non torna sulla decisione, è giusto mettere in campo iniziative forti di mobilitazione e di comunicazione ai cittadini”. Lo afferma al sito Anci Lorenzo Guerini sindaco di Lodi e delegato Anci al Welfare riferendosi all’articolo 35 del decreto legge liberalizzazioni che impone di trasferire allo Stato, entro domani, il 50% delle risorse depositate presso le tesorerie locali.
“Dobbiamo spiegare all’opinione pubblica cosa sta succedendo e le difficoltà che avranno i Comuni in termini di criticità dei servizi e degli investimenti, in caso di un mancato ripensamento del governo”, aggiunge il sindaco.
Per Guerini il trasferimento forzato conferma “la situazione critica in cui versano i Comuni, alle prese con i ‘tagli continui’, in attesa di “risposte sulle modifiche del Patto di stabilità”, ‘gratificati’ di una imposta sugli immobili, che “ci condanna ad esattori per conto dello Stato”.
“Fino ad ora i Comuni si sono proposti verso il governo con grande responsabilità”, sottolinea il sindaco di Lodi. “Ma adesso devono arrivare risposte serie che trasformano in impegni concreti le disponibilità manifestate all’Anci alcuni mesi fa con il decreto Salva Italia. Siamo decisi a difendere gli interessi dei Comuni e dei cittadini: non vorremo che il governo possa pensare di confondere la nostra responsabilità con un atteggiamento insipiente”, conclude il delegato Anci
Borghi: “Con Tesoreria unica piccoli comuni pagano errori di altri”
“La tesoreria unica, oltre ad essere un ulteriore riduzione di autonomia, appesantirà notevolmente il lavoro di moltissimi piccoli Comuni, soprattutto montani, che ancora una volta si vedono chiamati a dover concorrere ad uno sforzo di risanamento per colmare errori non propri”. Così Enrico Borghi delegato Anci per le Politiche della montagna e sindaco di Vogogna parlando al sito Anci degli effetti dell’art. 35 del ‘decreto liberalizzazioni’, che interrompe fino al 2014 le tesorerie comunali e sposta la liquidità degli enti locali dalle banche alla tesoreria centrale.
“Ciò si aggiunge ad una situazione di finanza locale nota – continua il delegato Anci per le Politiche della montagna – nella quale lo spazio di autonomia derivante dalla gestione della tesoreria consentiva a numerose amministrazioni di chiudere bilanci già risicati. Occorre un intervento chiaro del Governo, conclude Borghi, perché non è più possibile che siano sempre le cappelle a far l'elemosina al Duomo!”.
Di Primio (Chieti): “Basta affossare federalismo, valuto anch’io di fare causa allo Stato”
“Il provvedimento del governo, che ci impone di trasferire nelle casse centrali la nostra tesoreria, ha un duplice sapore: da un lato il sapore odioso della mancata fiducia nei confronti degli enti locali, come se i Comuni fossero l’unico problema per l’economia del Paese. Dall’altro il sapore della sconfitta del federalismo, una potenziale opportunità che
invece si sta trasformando sempre più in un nuovo centralismo, in cui il controllo dell’economia si fa tutto al centro, mentre muore l’autonomia costituzionale degli enti locali”. Lo afferma al sito Anci il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, che plaude all’iniziativa dell’Anci contro l’imposizione del dl liberalizzazioni, e annuncia: “Sto valutando anch’io, come molti altri Comuni, la possibilità di fare ricorso al giudice ordinario contro questo provvedimento”.
Per Di Primio “bisogna restituire a Cesare quel che è di Cesare: i Comuni sono l’unico comparto della Pubblica amministrazione che non fa registrare disavanzi, sono l’istituzione che più di tutte lavora a stretto contatto con i cittadini, facendosi anche carico delle inadempienze degli altri livelli istituzionali”. E’ per questo, secondo il sindaco di Chieti, che “non possiamo pià accettare un trattamento del genere, per cui gli enti locali di prossimità vengono sempre di più pressati e messi sotto la lente, come se non fossero capaci di gestire i propri bilanci”. E, conclude, “se proprio si vuole guardare agli sprechi, si indirizzasse lo sguardo verso il governo centrale”.