Un modo veloce e “pulito” per sbarazzarsi di una persona che non è più considerata funzionale al ritmo produttivo dell’azienda, in barba ai fondamentali diritti dei lavoratori; il fenomeno, oggi, interessa circa 2 milioni di lavoratrici e lavoratori italiani ed è diffuso su tutto il territorio nazionale.
Per i datori di lavoro ricorrere a questo stratagemma, che rappresenta anche un modo per aggirare l'articolo 18 dello statuto dei lavoratori, è tornato possibile perché la norma che contrastava il fenomeno, introdotta nel nostro ordinamento durante il Governo Prodi con la legge 188/2007 (approvata all’unanimità dal Parlamento), è stata prontamente abrogata, a pochi mesi dalla sua entrata in vigore, dal Governo Berlusconi.
La legge 188/2007 aveva introdotto un meccanismo semplice, ma assolutamente efficace: per le dimissioni volontarie occorreva utilizzare solo moduli numerati progressivamente, in modo da impedirne la compilazione prima dell’effettivo utilizzo.
Per contrastare questo fenomeno presente anche nella nostra Provincia, abbiamo presentato un ordine del giorno al prossimo Consiglio Provinciale in cui si chiede l’impegno del Presidente e della Giunta a:
Introdurre nei bandi e nelle gare per l’acquisizione di beni e servizi, clausole contrattuali che prevedano la revoca del relativo contratto, nei confronti delle ditte appaltatrici, nel caso in cui si dimostri che eventuali dimissioni di dipendenti delle stesse siano state sottoscritte contemporaneamente all’assunzione
Chiedere al Governo ed al Parlamento di emanare con urgenza una legge di contrasto al fenomeno della pratica delle dimissioni in bianco, semplice ed efficace, sul percorso già tracciato dalla legge 188/2007.