Faber, i partiti chiedono garanzie

Faber, i partiti chiedono garanzie

Partito Comunista dei Lavoratori: I lavoratori restino uniti

 

Questo quanto esplicitamente richiesto nell’interrogazione, presentata in Consiglio regionale, sulla Faber di cui primo firmatario è il Consigliere regionale del Pd, Enzo Giancarli.
Nell’atto, che è stato anche sottoscritto dai Consiglieri del Pd, Mirco Ricci, Fabio Badiali, Gino Traversini e Angelo Sciapichetti, si chiede al Presidente Spacca di sapere, inoltre, se esistono le condizioni per costruire una posizione comune con la regione Umbria.
La Faber ha manifestato l'intenzione di chiudere il proprio stabilimento di Gualdo Tadino (PG), dove sono occupate circa 200 persone, in un distretto già da tempo in difficoltà. La sua chiusura creerebbe un ulteriore e pesante danno economico al territorio e al suo indotto. "Servono garanzie per la produzione e soprattutto per i lavoratori marchigiani e le loro famiglie in questo momento di fronte a un pesante interrogativo".

Partito Comunista dei Lavoratori: I lavoratori restino uniti

«Il presente misero dei nostri territori va contrastato opponendosi ai lauti profitti  di pochi ottenuti contro l’interesse di tutti. La Faber è una multinazionale che ha bilanci in attivo ma, con la scusa della crisi, delocalizza speculando sulle condizioni lavorative ed i bassi stipendi nei paesi in via di sviluppo. Tutto ciò per la continua ricerca di maggiori profitti economici, alla faccia di qualsiasi giustizia sociale». Così una nota del Partito Comunista dei Lavoratori

«In questo contesto è del tutto pleonastico l’operato di alcuni sindacati che continuano a mobilitare i lavoratori solo per rivendicare gli ammortizzatori sociali che già spettano loro di diritto. E del tutto inaccettabile è l’aver permesso ai faccendieri della Faber di mettere gli operai di Sassoferrato contro quelli di Fossato di Vico in uno squallido “mors tua, vita mea”.

“I sindacati dovrebbero schierarsi sempre e comunque dalla parte dei lavoratori, i sindaci e le Istituzioni dovrebbero prendersi l’onere di respingere questo attacco padronale e garantire un futuro per i propri cittadini”, lo sostiene Youri Venturelli (del Partito Comunista dei Lavoratori ed anch’egli operaio in cassa integrazione), e precisa: “Non solo per la tutela dei lavoratori della Faber, ma per la salvaguardia del territorio e della stragrande maggioranza dei suoi abitanti, che siano essi operai, artigiani, piccoli commercianti, agricoltori etc.”

Per questo il Partito Comunista dei Lavoratori chiede:

·         Occupazione della fabbrica ad oltranza volta a bloccare la delocalizzazione ed impedire la svendita dei capannoni e dei macchinari.

·         Espropriazione, per fini di interesse generale (come da art.42 e 43 della Costituzione), e nazionalizzazione della Faber senza indennizzo e sotto controllo operaio.

·         Non subire alcun ricatto: unificare tutte le vertenze dei nostri territori riappropriandoci del lavoro e della dignità.

·         Uno sciopero generale di tutte le categorie del territorio in favore degli operai della Faber ed in solidarietà alla loro causa.

Per fare ciò tutti i lavoratori della Faber, quale sia il loro stabilimento di provenienza, debbono restare uniti e lottare fino alla vittoria della vertenza, senza farsi abbagliare dagli “specchietti per le allodole” che la multinazionale, d’accordo con politici locali e sindacati padronali, metterà sul cammino della protesta».