Consiglio comunale, tre proposte di riqualificazione di aree degradate

Consiglio comunale, tre proposte di riqualificazione di aree degradate

Convocato per il 3 novembre e chiamato ad annullare la “megavariante” e quindi il referendum

L’approvazione del progetto per la realizzazione di un edificio in piazza Kolbe, di zona Cerboni.
L’opera, già presentata a suo tempo attraverso della procedura di dialogo competitivo per la valorizzazione del vecchio edificio di proprietà comunale esistente nella zona (poi bloccata a seguito del mancato accordo tra i soggetti coinvolti), viene riproposta in forma diversa dalla ditta Sipa, proprietaria dell’area circostante.
In sostanza, si tratta di accorpare le diverse volumetrie (quella comunale e quelle del privato) in un unico edifico composto di quattro piani fuori terra, con destinazione direzionale, più un piano interrato ad uso parcheggi.
Rispetto al precedente progetto, l’attuale non incide più sull’area destinata a parcheggi pubblici di quartiere di proprietà comunale, bensì completamente in Zona edificabile per cui non è necessaria la variante al Piano regolatore; inoltre, con la dichiarazione di pubblico interesse (derivante dal fatto che in quell’edificio sarà realizzata la nuova sede della Polizia Municipale), si potrà sfruttare l’opportunità concessa dalla legge 106/2011, il cosiddetto “Decreto sviluppo”, che agevola la riqualificazione di aree urbane degradate, consentendo, a precise condizioni legate al pubblico interesse, la delocalizzazione delle volumetrie in area o aree diverse e un iter più spedito superando anche i limiti in materia di volumi previsti dal piano di recupero vigente per quella zona.
L’approvazione di due progetti relativi alla riqualificazione di aree degradate da attuare sempre ai sensi del “Decreto sviluppo”.
a) Il primo riguarda la realizzazione di un nuovo edificio al posto di quello fatiscente posto in Largo Mazzini che incameri anche le volumetrie di un altro edificio, già abbattuto, situato all’incrocio tra corso Mazzini e via Saffi, entrambi di proprietà della ditta Giocondi, più un ulteriore premio volumetrico previsto dalla legge. Il nuovo edificio, della superficie complessiva di 1300 mq. articolati in seminterrato, piano terra, primo e secondo piano, sarà adibito in parte ad uso residenziale e per il resto a scuola di musica. Il Comune entrerebbe in possesso dell’area su cui sorgeva il vecchio edificio abbattuto per ampliare l’intersezione tra via Saffi e la Statale oltre ad ottenere in quello spazio dei parcheggi pubblici.
b) Il secondo progetto riguarda la demolizione dell’ex Consorzio Agrario di via Esino di proprietà della ditta Beani costruzioni e la costruzione di un nuovo edificio che manterrebbe le stesse dimensioni dell’esistente da destinare ad attività commerciali al pian terreno e residenziali ai quattro piani superiori, più un parcheggio privato nell’interrato e uno esterno per le attività commerciali.
La ditta s’impegnerebbe in cambio a cedere al Comune un’area di 405 mq nelle vicinanze dove realizzerebbe verde e parcheggi pubblici, oltre a 150.000 euro di lavori stradali per la viabilità della zona. In quell’area è anche prevista la realizzazione di un sottopasso ferroviario pedonale e ciclabile e la ditta si dice disponibile a concedere temporaneamente un suo ulteriore spazio nelle adiacenze per le esigenze di cantiere.
Il parziale annullamento della delibera di Consiglio del 23 dicembre 2009 con cui si dava avvio all’iter per la cosiddetta “megavariante”, cioè l’acquisizione, in cambio di volumetrie concesse al privato aggiudicatario di un bando pubblico, di una serie di opere pubbliche.
Con questa decisione si dichiara dunque la fine del procedimento referendario teso a chiedere l’annullamento di quella decisione.
Con l’atto che arriva ora in Consiglio si chiede che il civico consesso confermi la volontà di acquisire al patrimonio pubblico le opere già indicate nella precedente delibera (nuova piscina, spostamento della sottostazione elettrica di via Piemonte con interramento dei  cavi di alta tensione, riqualificazione dello stadio “Ballarin”, cessione al Comune di parte dell’area Brancadoro da destinare a parco urbano) attraverso specifici accordi di programma con i privati “minimizzando il consumo di suolo e fornendo gli standard urbanistici di legge”.