Ferma condanna per la Manuli, Appignano si schiera

Ferma condanna per la Manuli, Appignano si schiera

Solidarietà ai lavoratori dello stabilimento

Ecco il testo della delibera:

Premesso che

-    nel contesto della realtà marchigiana la situazione economico sociale del Piceno presentava, già prima della crisi economica che ha colpito il mondo nel 2008, le maggiori difficoltà sia in termini di tasso di disoccupazione, scarsa occupazione femminile e incidenza del numero di contratti di lavoro “atipici”. Dopo il 2008, anche a seguito dei pesanti tagli operati dal governo nei settori della scuola, delle politiche sociali e di trasferimenti agli enti locali, questa situazione si è ulteriormente aggravata. Tagli che, oltre a produrre una fortissima sofferenza sociale, hanno reso praticamente impossibile per le amministrazioni locali dare risposte concrete ai crescenti e drammatici problemi dei cittadini;
considerato che
-    questo difficile contesto di crisi economica e di profonda sofferenza invece che produrre un sovrappiù di responsabilità sociale ha dato al governo nazionale e ad alcuni settori del mondo imprenditoriale l’occasione per completare l’attacco alle garanzie e alle tutele del mondo del lavoro come dimostra l’approvazione, con l’ultima manovra finanziaria, dell’art. 8 che, dando la possibilità di derogare, attraverso i contratti aziendali e territoriali, al contenuto dei contratti nazionali ed alla legislazione in tema di lavoro costituisce di fatto una abrogazione dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori;

considerato altresì che

-    la lettera della Banca Centrale Europea è un atto gravissimo che tenta di condizionare l’autonomia decisionale del Governo e di ledere la sovranità del Parlamento democraticamente eletto tentando, di fatto, una indebita ingerenza nelle decisioni di uno Stato sovrano. Suggerendo, inoltre, una riforma del mercato del lavoro che vede incrementare il potere degli industrali e indebolire fortemente i diritti dei lavoratori;  

considerato inoltre che

- casi concreti di scarsa responsabilità sociale da parte di settori del mondo imprenditoriale si sono verificati anche nel nostro territorio come dimostra quanto avvenuto alla Pfizer dove 8 lavoratori, dopo una sentenza del giudice che stabiliva il loro reintegro sul posto di lavoro, sono stati tenuti “ai cancelli” fino all’appello che ha nuovamente dato ragione ai lavoratori che, ancora oggi, attendono di poter riprendere quel posto lavoro che la magistratura italiana gli ha, per la seconda volta, restituito. L’immagine della crisi che investe il Piceno, e che precipita centinaia di famiglie in una situazione di totale precarietà, stride fortemente con l’atteggiamento dei vertici Pfizer che possono permettersi di tenere a casa 8 lavoratori a cui lo stipendio è dovuto perché la legge è dalla loro parte. Nelle fabbriche in crisi sono anzitutto gli operai a dover pagare, mentre chi continua a collezionare madornali errori di gestione del personale, come dimostrano le tante cause perse dalla Pfizer, continua a mantenere il proprio posto di lavoro. Il nostro sistema democratico si affida ancora ad una magistratura che stabilisce chi ha ragione e chi ha torto, ma le regole fino ad oggi condivise si arrestano di fronte al nuovo modello di prepotenza padronale: chi ha torto resta in sella, chi ha ragione rimane a casa perché a decidere sono gli stessi che le sentenze hanno condannato senza appello. La nostra democrazia fondata sul lavoro subisce così un corto circuito che rischia di fare da detonatore ad una tensione sociale che potrebbe essere difficile da contenere soprattutto per chi è deputato ad amministrare il territorio;

considerato altresì  che

-    altro esempio in questa direzione è quello della Manuli. Nel 2008 la Manuli aveva 870 lavoratori, a questi dovevano poi aggiungersi lavoratori di ditte che svolgevano servizi esterni di varia natura per un indotto stimabile intorno alle 700 unità. Nel 2008 la Manuli ha deciso di non rinnovare i contratti di circa 270 lavoratori interinali smentendo così anche la promessa che 80 di questi, secondo gli accordi intervenuti con le rappresentanze sindacali, sarebbero stati riassunti a tempo indeterminato. Nulla di tutto ciò è purtroppo avvenuto. Tanto che nel 2009 gli addetti erano passati dagli originari 870 a 430. Riduzione del personale che è stata accompagnata dal trasferimento di macchinari che sono stati smontati e portati in Cina e altrove. Nel frattempo la riduzione del personale è continuata sino a giungere alle attuali 140 unità. Processo di riduzione che però non è terminato poiché la stessa procedura di mobilità iniziata nel 2009 dovrebbe concludersi entro il prossimo dicembre con la messa in mobilità di altri 30 lavoratori;
considerato infine  che

    - la scelta di mettere in cassa integrazione i lavoratori  della Manuli, nonostante gli ordini che l’azienda aveva e continua ad avere preferendo, a questi, la strada della delocalizzazione, è un fatto che desta grande preoccupazione considerando il particolare momento di crisi economica e sociale che il Paese e il nostro territorio sta vivendo. Inoltre, a questo fatto se ne aggiunge uno ancor più grave rappresentato dal licenziamento di Andrea Quaglietti, delegato sindacale del Usb. Sia le modalità del licenziamento di Quaglietti –– accusato di essersi assentato dal lavoro dopo che lo stesso aveva richiesto un permesso sindacale, non negato ufficialmente, per partecipare ad un corso sulla sicurezza RLS (responsabile dei lavoratori per la sicurezza) – sia la storia personale e sindacale di Quaglietti confermano il carattere di rappresaglia sindacale del provvedimento adottato dall’azienda. Da sempre, infatti, Andrea Quaglietti si è battuto per la tutela dei diritti dei suoi colleghi e, più in generale, di moltissimi altri lavoratori e lavoratrici del nostro territorio come, del resto, testimoniano i molteplici attestati di solidarietà che, da più parti, gli sono pervenuti;

per tutto quanto sopra espresso il Consiglio Comunale

ritiene che  

 - in un difficile momento di crisi economica e sociale tutti debbano fare la loro parte nel rispetto pieno delle regole contribuendo così a porre le basi per il rilancio del Paese,

ritiene inoltre che

- pur considerando il difficile momento economico che, a partire dal 2009, stanno attraversando tutti i paesi occidentali nei quali molte aziende sono state costrette a ridurre drasticamente il personale o, in molti casi, anche a chiudere, è egualmente non giustificabile il comportamento tenuto in questi ultimi anni da aziende come la Pfizer e la Manuli che, sfruttando la difficile congiuntura economica, hanno messo in atto comportamenti lesivi del diritto e della dignità delle persone che richiamano i tempi più bui dell’arbitrio padronale.

richiama

- tutti i soggetti coinvolti ad un alto senso di responsabilità perché, se da un lato le amministrazioni locali tentano di contenere la difficile situazione sociale dovuta ai tanti lavoratori che hanno perso il posto di lavoro, dall’altro non è sopportabile che anche la dignità di chi è rimasto al lavoro venga sistematicamente minata da atteggiamenti che tentano di abbattere il sistema di diritti faticosamente conquistato dai lavoratori in un secolo di sacrificio e di lotte;

esprime

- piena solidarietà ai lavoratori e le lavoratrici della Manuli per il difficile momento che stanno attraversando e demanda al Sindaco ed alla Giunta Comunale di intraprendere e partecipare a tutte le iniziative opportune al fine di contribuire a veder riconosciuto il diritto al lavoro sancito dall’art. 1 della Carta costituzionale;

- la più ferma condanna per il licenziamento del sindacalista Andrea Quaglietti, licenziamento che, per le modalità che lo hanno caratterizzato e per la storia personale e sindacale di Quaglietti, presenta tutte le caratteristiche del classico licenziamento per rappresaglia e chiede all’azienda l’immediato reintegro dello stesso;

invita

- l'azienda Pfizer all’applicazione immediata della sentenza emessa dalla magistratura italiana e dunque l’immediato reintegro degli otto lavoratori licenziati;

- gli enti come la Provincia e la Regione a mettere in campo meccanismi premiali che leghino gli incentivi pubblici alle aziende private sulla base del livello di eticità delle loro pratiche (rispetto dell’ambiente, rispetto dello Statuto dei lavoratori, ecc.) così come stanno da tempo facendo molti altri enti locali in Italia primo tra i quali la Regione Toscana che ha approvato una apposita legge sull’etica d’impresa;

- il Governo a restituire al mittente la lettera della Banca Centrale Europea;

dispone

- l’invio della presente al Prefetto, alla Provincia, alla Regione, ai Sindaci della Provincia di Ascoli Piceno e alle Organizzazioni Sindacali.