Crescita e sviluppo, ultimo treno per il Piceno

Crescita e sviluppo, ultimo treno per il Piceno

Ai parlamentari delle Marche appello per rimuovere l'ingiustizia della mancata assegnazione di risorse dopo l'alluvione

Lo dimostra il non invidiabile primato riconosciutogli in ambito regionale per i peggiori parametri occupazionali e socio-economici.
Sono convinto che i deputati e i senatori eletti nelle Marche, specialmente quelli politicamente omogenei con il Governo, oltre naturalmente ai rappresentanti di Provincia e Comune capoluogo, anch'essi filo-governativi, si siano già da tempo attivati per far inserire nel pacchetto qualche provvedimento utile alla causa del nostro territorio.
Tuttavia, valutazioni critiche in ordine all'effettivo interesse di vari parlamentari eletti nel nostro territorio, ma che col nostro territorio non hanno nulla a che vedere perché qui catapultati da Roma, insieme alla inadeguata gestione locale di alcune situazioni recenti e passate, mi convincono a non dare nulla per scontato e quindi torno a sollecitare ancora gli stessi affinché premano sul Governo centrale per la definitiva attuazione di provvedimenti, quali il Protocollo d'Intesa Val Tronto-Val Vibrata, siglato dal Ministero per lo Sviluppo Economico nel lontano marzo 2008, ed ancora non finanziato; (sembrerebbe che il meccanismo si sia inceppato a causa della mancata nomina da parte del Mise di propri rappresentanti nel “Gruppo di Coordinamento degli Interventi”, che è in definitiva il cuore pulsante dell'intera iniziativa).
Altra azione strategica è quella di inserire il territorio piceno nel “Piano per il Sud” e farlo riconoscere come “zona cuscinetto” ove estendere le importanti agevolazioni che il Piano prevede per le Regioni del Sud con noi confinanti  (Banca del Mezzogiorno, credito d'imposta per nuovi investimenti, fiscalità di vantaggio, ecc.), ma dalle quali il Piceno è attualmente escluso nonostante i medesimi negativi indicatori socio-economici.
Lancio infine ai Parlamentari eletti nelle Marche un ultimo appello affinché si adoperino per rimuovere la palese ingiustizia della mancata assegnazione di risorse a copertura dei gravi danni provocati dall'alluvione dello scorso marzo a privati ed imprese.
In questo caso si può proprio dire “oltre al danno, la beffa”.
Il DANNO: quantificato in oltre 600 milioni di euro (di cui oltre 120 per i danni all'agricoltura) che, secondo il pensiero governativo di cui al Decreto Milleproroghe, dovrebbe essere pagato dagli stessi cittadini marchigiani, quindi ammettendo di voler mettere le mani solo nelle tasche dei marchigiani;
La BEFFA: il Senato ha recentemente approvato un emendamento alla Manovra Anticrisi che riconosce 7 milioni di euro alla sola Basilicata per gli stessi eventi alluvionali che hanno interessato le Marche, le quali però si ritrovano inspiegabilmente escluse.  
Penso proprio che i Parlamentari marchigiani debbano inventarsi qualcosa per farsi perdonare questa grave disattenzione.
Voglio inoltre escludere che quanto accaduto esprima una rappresaglia nei confronti della Regione Marche che ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale, avviando di fatto un contenzioso con lo Stato.