La bomba ad orologeria della Turchia

La bomba ad orologeria della Turchia

Il principale teatro di azione di Erdogan è ormai il Medioriente

Che attorno alla questione di Cipro greca si sarebbero aperti contenziosi era dato per scontato sin dal 2004 al momento dell’allargamento ai paesi dell’Europa orientale e del Mediterraneo.Il saggio ex-presidente della Commissione Iacques Delors,all’epoca, aveva definito l’adesione della sola Cipro greca alla UE una bomba ad orologeria per i rapporti con la Turchia.
Secondo il recentissimo rapporto Transatlantic Trends del 2011 redatto dalla German Marshall Fund,il principale teatro di azione di Erdogan è ormai il Medioriente. Il possibile accordo turco-americano sul dopo Assad in Siria,definito a margine della Assemblea Generale dell’ONU,confermerebbe l’abbandono di Erdogan del vecchio alleato, l’Iran e degli Hezbollah filo siriani. Contemporaneamente sono giunte ad un punto di quasi rottura le relazioni politico diplomatiche con Israele  con il ritiro dei rispettivi ambasciatori ed il sostegno di Ankara al riconoscimento dello stato palestinese all’Onu. In Egitto e Tunisia il premier turco si è presentato ufficialmente come promotore del modello democratico-islamico realizzato nel suo paese. Una politica estera,quella di Erdogan caratterizzata da una movimentazione che ne rende difficile l’analisi strategica. Ora la Turchia si fa avanti anche per rivendicare nel Mar di Levante i ricchi giacimenti di gas. Ha sorpreso la recente aperta rivendicazione turca di quell’estremo lembo dell’Egeo, tra Cipro e l’isola greca di Castelorizo – la Castelrosso del Dodecanneso italiano- che di fatto è l’inizio di una nuova fase della questione “dell’Egeo” che era in sonno da anni.
Elemento del pericoloso e nascente potere navale turco  è stato l’annuncio che forze navali, oltre a presidiare le aree contestate,avrebbero sorvegliato la zona del blocco navale israeliano di Gaza per impedire il fermo di navi di bandiera turca.
Fu nel 1573 che il sultano Selim II sottrasse Cipro alla Serenissima sul Mar di Levante, a distanza di cinque secoli sembra essere  riapparsa  la Mezzaluna ottomana con l’obiettivo di mostrare la bandiera per interessi strategici della nuova Turchia di Erdogan.

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