Celani scrive a Berlusconi sulla sopressione delle Province

Celani scrive a Berlusconi sulla sopressione delle Province

Per risanare il debito pubblico eliminare gli enti di secondo grado

Illustre Presidente,con questa mia riflessione vorrei portare un contributo alla discussione in atto circa la necessità e opportunità della soppressione delle Province, o di alcune di esse.
Caro Presidente, come Lei ben sa ho governato quale sindaco della città di Ascoli Piceno – unico sindaco di Forza Italia nelle Marche nel periodo 1999/2009 – e da due anni sono Presidente della Provincia di Ascoli Piceno. Avendo pertanto toccato con mano i problemi del territorio e quindi della politica, mi permetto di fare alcune considerazioni.
Innanzitutto, vorrei soffermarmi un attimo sulla questione della divisione della Provincia di Ascoli Piceno che ha comportato la nascita della Provincia di Fermo, appena due anni fa, e sul fatto che si stanno sperperando circa 40 milioni di euro per realizzare a Fermo le strutture decentrate dello Stato come Prefettura, Comando Carabinieri, Vigili del Fuoco ecc.
Un errore, a parer mio, gravissimo e ancora non capisco come gli stessi Ministri dell’Economia e della Semplificazione che oggi propongono per il risanamento del debito pubblico (sic!) la chiusura delle Province di Ascoli Piceno e Fermo perché non raggiungono i 300.000 abitanti, abbiano consentito, nelle rispettive competenze, questa divisione appena due anni fa! Cosa è cambiato improvvisamente? Perché il territorio allora non fu ascoltato, quando a gran voce sosteneva che non c’era alcuna necessità di creare un altro Ente in una regione che contava appena 1,5 milioni di abitanti e che era molto più utile ed onesto spendere quelle risorse a favore dell’intera comunità picena che stava, e sta ancora, attraversando un periodo di crisi economica ed occupazionale epocale, aiutando i lavoratori e le imprese e finanziando qualche importante opera infrastrutturale?
Oggi a quel danno (divisione della Provincia di Ascoli Piceno e ai mancati investimenti) si unisce la “beffa” della chiusura della nostra Provincia perché non raggiunge i 300.000 abitanti! Ma appena due anni fa la Provincia di Ascoli contava quasi 400.000 mila abitanti!
Vede, Presidente, queste macroscopiche incoerenze sono anche motivo di disaffezione dei nostri elettori alla politica attiva, e solo Lei può in questo momento porvi rimedio.
Ma queste mie riflessioni vogliono essere propositive ed allora, caro Presidente, la mia esperienza di amministratore locale da oltre 12 anni mi insegna che lo “spreco” non sta certo nelle Province (un Presidente ha un’indennità di circa 4,5 mila euro lordi mensili e un consigliere percepisce 36 euro lordi a seduta sic!!), ma gli “sperperi” vanno ricercati altrove, per esempio, nell’ostinazione di voler tenere in piedi tutti gli Enti di secondo grado dove si annidano corpose prebende, dispendiose strutture amministrative e sedi, le cui gestioni sono spesso ben più onerose delle sedi provinciali.
Vede, Presidente, conti alla mano sono pronto a dimostrare ai ministri Calderoli e Tremonti, ed ai loro tecnici, che il risparmio annuale dovuto alla soppressione delle 29 Province in questione è di gran lunga inferiore ai costi sostenuti per la costituzione della sola Provincia di Fermo (40 milioni di euro).
Ed allora, prima di sopprimere alcune Province, e paradossalmente quelle che funzionano meglio, che coordinano effettivamente i progetti sull’area vasta, e che supportano i piccoli Comuni nel dare servizi sempre più efficienti ai propri amministrati, si abbia finalmente il coraggio di ridurre realmente i costi della politica chiudendo le Comunità Montane, gli AATO, i Consorzi per i bacini imbriferi, i Consorzi di Bonifica, gli Istituti autonomi per le Case Popolari, gli Enti regionali per i servizi universitari, i Consorzi per la Industrializzazione di aree ormai urbanizzate da tempo e quelli per la tutela di non so che cosa, ecc. ed affidando alle Province le loro funzioni, che tra l’altro già in parte esercitano. In questo modo, si risparmierebbero realmente miliardi di euro, non si farebbe semplice e pura demagogia sempre e solo a danno di questo Ente territoriale intermedio la cui importanza viene sempre messa in discussione da chi, ahimè, non ha mai amministrato il territorio e non capisce quanto sia importante avere un Ente che coordina e gestisce i servizi sull’area vasta, perequandoli non sulla carta ma nella pratica.
Infine, sopprimendo tutti gli Enti di secondo grado si potrebbero vendere tutti gli immobili di loro proprietà (sedi e quant’altro) cominciando così veramente a risanare il debito pubblico; bloccando poi il turn-over in tutte le Province, in pochi anni, si ridurrebbe drasticamente la spesa corrente migliorando il patto di stabilità, liberando così risorse per gli investimenti, cosa che veramente manca a questo nostro Paese, in particolare al territorio piceno.
Se poi si vorrà rivedere le circoscrizioni delle Province, ben venga questa iniziativa; si comici a riunire quelle che sono state costituite a partire dal 1992 (una vera assurdità!) e si ridisegni i loro confini amministrativi e quelli delle Regioni di appartenenza, inoltre si costituiscano subito le città metropolitane, così in modo semplice e senza polemiche di sorta cesseranno di funzionare molte più Province di quante previste col presente Decreto.
E tutto ciò, Signor Presidente, lo si potrà attuare emendando il Decreto in fase di conversione con un semplice articolo di poche righe. Vedrà che chiudendo tutti gli Enti di secondo grado, avrà il plauso di tutti gli Italiani che contano (gli elettori) dando il via a quel vero processo di semplificazione e di risparmio che tutta l’opinione pubblica si aspetta .
Grazie Presidente per avermi ascoltato e ancora una volta grazie per tutto ciò che sta facendo per risollevare il nostro Paese da questa crisi le cui responsabilità partono da molto lontano e che nemmeno la sfiorano. Qualora i tecnici dei Ministeri lo volessero, sono a disposizione per eventuali approfondimenti e chiarimenti.

Con la stima di sempre,

                                                                                                                                        Piero Celani