Il Piceno, il lavoro e l'emergenza sociale

Il Piceno, il lavoro e l'emergenza sociale

Canzian: «Non siamo trascurati perché brutti, sporchi e cattivi, abbiamo l'incapacità di presentare una progettualità condivisa»

Così ieri pomeriggio Armando Falcioni ha aperto il consiglio provinciale in seduta aperta sul tema “Occupazione nel Piceno: attuale recessione e prospettive future”.
E dall'incontro emerge uno spaccato amaro, un territorio in grave difficoltà al limite dell'emergenza sociale: oltre 20 mila disoccupati, 11 mila solo nella città di Ascoli, 1200 posti di lavoro polverizzati negli ultimi 3 anni. «In un territorio carente di infrastrutture, nella attuale crisi globale è più facile fare investimenti che fare impresa – ammette il presidente di Confindustria Bruno Bucciarelli - Però qualche nota positiva c’è stata. Le poche aziende rimaste nel Piceno dobbiamo tenercele strette.  Il governatore Spacca mi ha contestato il dato dell'11,3% di disoccupazione: ho ricontrollato e purtroppo è vero».
«Paghiamo una debolezza strutturale e territoriale – commenta preoccupato il sindaco Guido Castelli – La mancanza di un terziario avanzato è anche una grossa lacuna. Tra eventi e cultura noi spendiamo quasi un milione e mezzo di euro, ma non potrà esser così all'infinito: abbiamo bisogno della società e del territorio».
Dal sindaco anche una critica al Consind: « Le industrie nel Piceno non vengono anche perché costa di più». Castelli poi accenna al protocollo Vallata del Tronto e Vibrata: «Diciamoci la verità: è stato siglato dal ministro Damiano dieci giorni prima delle elezioni, senza metterci un euro. È nato vuoto per colpa del centrosinistra ed è rimasto vuoto per colpa del centrodestra».
Per fronteggiare la crisi del nostro territorio la Provincia metterà a disposizione circa 4,2 mln di euro e di questi circa 2 milioni verranno stanziati per progetti innovativi realizzati dalle Pmi. «Poi sostegno alla formazione lavorativa, progetti di innovazione e ricerca per le aziende, con l'aiuto di Tecnomarche – dichiara il presidente della Provincia, Piero Celani – Infine le opere pubbliche: in primis l’elettrificazione della ferrovia, grazie alla quale tante ditte locali troveranno lavoro, e la riconversione della Carbon».
E proprio sull'argomento Carbon l'assessore regionale Antonio Canzian ha da dire qualcosa. «È una grande scommessa. È una delle poche volte in cui istituzioni e forze sociali individuano un progetto importante per tutto il territorio. Il Piceno non è trascurato perché brutto, sporco e cattivo, in parte abbiamo l'incapacità di presentare una progettualità credibile e condivisa.
Perché la terza corsia dell'A14 si ferma a Pedaso? Non siamo stati in grado di offrire una proposta comune. Al di là delle ristrettezze finanziarie sarebbe necessario trovarsi insieme su due o tre obiettivi che possano mettere Regione, Governo e Europa di fronte al fatto compiuto: ovvero che il nostro territorio fortemente li pretende. Non siamo stati in grado negli anni di prospettare soluzioni e oggi ci troviamo tagliati fuori. Non serve presentare un generico elenco della spesa: è il modo migliore per farci dire no».
E qui una tiratina d'orecchie prima a Castelli e Gaspari: «Non esiste che i sindaci di due realtà così vicine e importanti non si confrontino su progetti comuni». Poi all'on. Luciano Agostini per aver posto troppo l'accento sulle colpe del governo nazionale: «Evitiamo la retorica, sono poco interessato ad un approccio rivendicativo verso le istituzioni di livello superiore».
Ma Canzian richiama anche la società civile: «Carbon e Ahlstrom hanno chiuso dal giorno alla notte. Non mi pare di aver visto mobilitazioni. A Terni quando si ventilò la chiusura dello stabilimento Carbon scesero in piazza in 10 mila. Qui c'erano solo 150 operai. Il problema del Piceno è anche un problema culturale».