Quando, con chiarezza e trasparenza, il partito si propone come forza portante nell'individuare percorsi netti di alternativa al centro destra berlusconiano, i consensi dei cittadini non vengono meno, anzi sanno anche superare le staccionate delle sigle». Così il segretario dell’unione Comunale del PD, Giuseppe Pizi.
«Gli elettori di SEL, a Macerata, votano il presidente espresso dall’UDC; la grande maggioranza degli elettori moderati votano, al secondo turno, i candidati sindaci espressi dal centro sinistra, a San Benedetto e in altri comuni delle Marche, ma anche a Milano e in altri comuni metropolitani - prosegue Pizi - Quello che emerge con forza è dunque la possibilità di convergere su programmi di buon governo, di rinnovamento, di reale riforma della politica che apre alla partecipazione vera per sconfiggere nel concreto la politica Berlusconiana. In questo senso l’azione politica deve tendere ad unire queste forze, non a dividerle. Questa consapevolezza è particolarmente forte, oggi, nel nostro territorio, dove, due anni fa, una grave e dolorosa rottura tra le forze del centro sinistra determinò l’impossibile vittoria di un centrodestra del tutto inadeguato a far uscire il Piceno dalle secche di una grave situazione economica, culturale e sociale.
Quella rottura minò anche l’esperienza costruita nel comune di Ascoli Piceno dove il centro sinistra non ottenne la vittoria per una manciata di voti nonostante una parte degli elettori dell’UDC al ballottaggio votarono per il candidato sindaco del Partito Democratico, Antonio Canzian.
In quel percorso accidentato e dagli esiti drammatici per le sorti della città, molto contò la difficoltà, mostrata da alcuni, nell'accettare l'esito delle primarie; uno strumento che oggi ha evidenziato tutta la sua forza se il PD vuole costruire, come i suoi elettori e simpatizzanti chiedono a gran voce, il rinnovamento della politica: del suo linguaggio, dei suoi metodi, degli uomini e delle donne che ne fanno parte».