La prima: le scelte politiche sbagliate del Governo effettuate con la cosiddetta legge di stabilità, come il Sindaco Castelli sa bene, hanno inciso pesantemente sul finanziamento del fondo e degli investimenti concordato sul tavolo congiunto Stato-Regioni (Patto per la Salute), riducendo le risorse destinante alle Regioni e costringendole dunque a riorganizzare gli interventi tenendo conto di queste forti restrizioni.
Le Marche, con l’approvazione della Delibera di Giunta, n. 17/2011, ha dato avvio ad un processo di riorganizzazione del Servizio Sanitario legato al nuovo quadro che si è determinato
Il piano complessivo varato dalla Regione comporta una riduzione della spesa per il personale pari allo 0,8% che si traduce in 10 milioni annui rispetto ad 1 miliardo 145 milioni di ammontare complessivo della spesa 2010. Nessun vincolo specifico ai direttori che potranno intervenire per razionalizzare nei settori che ritengono opportuno, quindi nessun blocco del turn-over.
Rispetto alle minori risorse assegnate dallo stato alla regione pari ad un – 3% (-80.000.000) per contenere la spesa del personale si prevede solo un -0.8%, ciò per mantenere gli attuali livelli di assistenza ai cittadini marchigiani.
Altre economie regionali previste non sono ancora state valorizzate per aree geografiche essendo l’assegnazione del budget alle Aziende ancora in corso!
Nella delibera, infatti, si individuano le azioni di riorganizzazione generale in una logica che cerca caparbiamente di preservare e possibilmente potenziare i servizi al cittadino, con la definizione delle dimensioni organizzative e cliniche più appropriate per garantire la tutela della salute. Pertanto sono indicate le azioni che dovranno essere poste in atto, in una visione di Area Vasta, per una completa razionalizzazione (e non razionamento!) dell’offerta sanitaria al fine di mantenere l’elevato livello qualitativo raggiunto dalle Marche, riconosciuto non solo da studi nazionali commissionati dai diversi Ministeri (Salute, Welfare, Innovazione), ma anche recentemente dalla Corte dei Conti, che ha posto le Marche tra le tre Regioni migliori per efficienza e qualità assistenziale.
In questa ottica paventare la chiusura dell’Ospedale di Amandola, come è balenato dalle dichiarazioni del Direttore Mannucci, risulta assolutamente privo di fondamenti programmatici e di buon senso: tale struttura rappresenta un elemento del sistema sanitario al quale saranno riconosciute le funzioni assistenziali, ambulatoriali e di tutela della cronicità-fragilità da definire nell’ambito della programmazione in Area Vasta, coerenti con la collocazione geografica e con il livello strutturale che non può prevedere eccessivi livelli né di complessità della casistica né di specializzazione.
Infine vogliamo ribadire che, solo pochi giorni fa, i giornali facevano riferimento agli investimenti già programmati per il Mazzoni, investimenti per 19 milioni.
Occorre realizzarli in fretta questi investimenti decisivi; integrare le funzioni ed i progetti nell’area vasta con la zona 12 e continuare il processo che abbiamo più volte indicato. Su questo, il fronte comune richiesto dal Sindaco di Ascoli, oltre a chiedere coerenza alla Regione dovrebbe battersi anche contro la politica del governo in cui siede l’inventore dei “tagli lineari”: il ministro dell’economia».