In particolare sulla ripartizione dell’onere dei rifugiati che giungono a migliaia dalla Tunisia l’Italia ha incassato dall’Unione europea un “no” così netto da rendere difficili futuri ripensamenti. All’umiliazione del rifiuto dell’Unione è caduto nel vuoto anche il nostro appello alla solidarietà che era invece più che motivato. Nel frattempo la crisi libica è andata avanti ed ora per l’Italia è diventato vitale cercare di muoversi in assonanza con gli eventi precedendoli ove possibile. In questo momento in Libia non sappiamo quali siano le forze di cui dispongono i “ribelli”,non sappiamo con sicurezza chi li appoggi, in quale forma ed in quale misura. Intuiamo che dietro ai ribelli c’è un agitarsi di servizi segreti occidentali , specie anglosassoni ed americani ma non abbiamo idea del loro reale livello di coinvolgimento. Buona parte dei paesi dell’Africa appoggiano ancora il Colonnello Gheddafi ma ci chiediamo come mai il Colonnello se è veramente il “male” potesse ricoprire fino a ieri la funzione di Presidente dell’Unione Africana o venisse ricevuto a Roma con tutti gli onori.
La realtà libica è complessa,bisogna conoscere gli intrecci di parentele, tribù,clan,gruppi di potere, amicizie ed alleanze che costituiscono la tessitura di un’area dove il tempo si è fermato a centinaia di anni fa. Gli unici che in Italia sarebbero in grado di muoversi in questo ginepraio sono gli uomini dell’ENI che al deserto della Libia hanno dedicato parte della loro vita ma in questo momento il colosso petrolifero tace.
E’ comunque possibile prevedere tre possibili futuri scenari per la Libia.
Il primo è la cosiddetta “somalizzazione” cioè il frazionamento del potere e del controllo delle aree così da ridurre il paese ad una condizione di vera anarchia ma in questo caso nessuno avrebbe realmente il comando, né i rivoltosi nè il Colonnello. Ipotesi improbabile, che i Paesi della UE tenteranno in ogni modo di evitare.
La seconda ipotesi è la divisione del paese in due:Tripolitania da un lato, la Cirenaica dall’altro con Il Fezzan equamente distribuito, ricordando che anche nei tempi antichi la Cirenaica era greca e la Tripolitania cartaginese.Ci siamo voluti noi italiani e la nostra invasione del 1911 per dare unità e creare uno stato che per secoli era stato sempre diviso.
Il terzo scenario prevede il trionfo definitivo di una delle parti – Gheddafi ?- e nella sopravvivenza della Libia come stato unitario .Una soluzione che al momento appare incerta anche se gli Stati Uniti sembrano disposti ad appoggiare “i ribelli”. La rivoluzione, con i violenti attacchi aerei sferrati dai mercenari del Colonnello potrebbe esaurire la propria spinta iniziale e la parabola per essi potrebbe diventare discendente. Nel medio termine è ipotizzabile un frazionamento del paese cui potrebbe far seguito una nuova riunificazione.
E’ qui che l’Unione Europea dovrà giocare la sua massima influenza diplomatica per creare una sostanziale parità tra i due contendenti ma la differenza la farà il supporto esterno,in quanto senza un mandato della NATO e dell’ONU,nessuno potrà muoversi. Si dovrà valutare con molta attenzione le azioni di forza che potrebbero risultare premature o che rischino di assumere quelle connotazioni di neo-colonialismo che nel caso specifico sono assolutamente da evitare.