Ma non mi sarei mai aspettato di ricevere una contestazione per un'iniziativa che dovrebbe vedere unito tutto il popolo italiano.
Dopo aver dichiarato l’intenzione di presentare una mozione che istituisse una via in ricordo dei “Martiri delle Foibe” si è scatenata
una polemica da parte di Rifondazione Comunista, rimanendo allibito nel leggere questa contestazione mi trovo costretto a rispondere al segretario Luca Gaspari.
Non ho mai voluto caratterizzare la mia attività politica usando i morti come propaganda , e non è nel mio stile pensare che ci siano morti di serie A e morti di serie B. Chi è vittima di persecuzioni, di torture e di qualsiasi tipo di oppressione deve essere ricordato affinchè le giovani generazioni posssano contrastare qualsiasi fenomeno, singolo o di massa, che possa mettere a rischio la vita di persone solo per il fatto di appartenere ad una nazione, ad una cultura o a stili di vita diversi dai persecutori.
Non so, se nelle parole di Gaspari ci sia paura nel riconoscere l’esistenza delle persecuzioni che i nostri compatrioti hanno dovuto subire dai suoi “Compagni “ Titini, oppure se lui ritenga veramente che i morti siano uno diverso dall’altro, ma di una cosa sono certo, la politica italiana e i suoi più illustri interpreti culturali per più di mezzo secolo hanno voluto nascondere le uccisioni, le violenze e le persecuzioni che i comunisti hanno commesso nei confronti di chi aveva una sola colpa, non di essere di destra, non di essere cattolici, non di essere bianchi, ma di essere italiani.
Capisco che per alcuni italiani la Patria non è mai stato un valore, ma addirittura fare polemica politica su un'iniziativa che dovrebbe essere bipartisan, fa comprendere perché il comunismo è sempre rimasto un'utopia.
Andrò diritto per la mia strada e intensificherò i miei sforzi, affinchè la mia proposta possa essere recepita ed approvata dall’intero consiglio comunale, e anche il Comune di Ascoli Piceno possa partecipare con un segno indelebile al ricordo di chi è stato ucciso in quelle cavità carsiche chiamate “Foibe”.
Nelle frasi di Gaspari leggo anche un filo di poco rispetto per quanti hanno contribuito alle attività partigiane nel nostro territorio, non c’è stato un solo liberatore, non c’è stato un solo combattente, ma c’è stata la rivolta di tutti gli ascolani che vollero cacciare i tedeschi dalla nostra città, e tali fatti sono ricordati con il massimo riconoscimento.
Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha consegnato nel 2001 alla nosta Città la “medaglia d’oro al valor militare per attività partigiana”, e tale dicitura si trova su tutti i documenti ufficiali del Comune di Ascoli Piceno.
Invito Gaspari a fare qualche riflessione in più prima di criticare, e a ricercare un po’ di sano patriottismo come ha fatto a Sanremo il “Compagno” Benigni.
Trovo squallido poter pensare che in Italia e soprattutto ad Ascoli Piceno ci siano ancora persone che ossessionate dall’utopia comunista vogliano ancora negare il ricordo agli italiani morti per una persecuzione razziale».