«Esprimiamo la nostra delusione per un intervento privo di un minimo di stile che un amministratore pubblico, anche argomentando una situazione imbarazzante e poco difendibile, deve sempre vestire.
Da un ex presidente di Provincia ci saremmo aspettati ben altro e soprattutto che spiegasse, al popolo piceno, perché una ispezione ministeriale ha messo a nudo una situazione che il MAP denunciava da anni..
Allora noi, molto sommessamente e con un atteggiamento diverso, senza offendere nessuno, a Sua differenza, facciamo osservare che:
- Lei, con grande difficoltà, afferma che quello del Ministero è un parere e non una sentenza, e come tale non può rendere illegittima una delibera di divisione del personale. Ma ci pare che tempo fa si è fatto scudo di altrettanto parere del Ministero dell’ Interno che tollerava, per la verità tradendo qualche imbarazzo, una divisione patrimoniale secondo noi palesemente iniqua.
- Questo parere, se Lei ben ricorda, diceva che il criterio usato per la divisione del patrimonio, su cui ride mezza Italia, poteva essere tollerato ma poteva anche essere usato quello dell’applicazione integrale del T.U. sugli Enti Locali 267/00, sicuramente più cristallino e logico, o quello della immanenza territoriale degli immobili, sicuramente più pratico, peraltro utilizzato negli altri due casi di recente divisione provinciale come Milano per Monza e Bari per Barletta.
- Invece, stranamente, è stato usato, con molta fantasia metodologica, un criterio di impossibile comprensione con valutazioni di immobili ora a valore di mercato, ora a valore di costo, ora a valore di bilancio, ora a competenza territoriale con il risultato di depauperare Ascoli ed il suo territorio di palazzi storici e di risorse;
- Il MAP è il primo partito che è solidale con il personale costretto, suo malgrado, a trasferirsi armi e bagagli a 70 Km di distanza senza spiegarsene i motivi, come chi partiva in guerra per certe battaglie risorgimentali.
Siamo i primi a dire che in fondo qualche incentivo aveva più di un fondamento morale e logico.
Ma un amministratore pubblico deve sapere che un atto amministrativo se non è legittimo non si può adottare così come non si possono impegnare le somme conseguenti. 1.700.000 Euro sono cifrette, cosa volete che siano, afferma il caro Rossi.
Beato Lei che la pensa così.
Noi forse che siamo abituati a risparmiare anche 10 euro nelle nostre amministrazioni, ove possibile,siamo davvero scandalizzati. Altro che falsi moralisti. E per questo abbiamo semplicemente chiesto il perché siano stati impegnati soldi piceni in questo modo. Senza criminalizzare nessuno. Come, modestamente e tra il silenzio generale, abbiamo chiesto da anni.
- Inoltre si è mai chiesto come mai il MAP, senza soldi, senza struttura, senza un simbolo riconoscibile, in tre mesi a suo tempo rimediò l’11% diventando il terzo partito della provincia?
Vuole liquidare 13.000 elettori come poveri dementi, turlupinati emotivamente per la storia delle divisione.
La realtà, caro Rossi, è che il MAP ha rappresentato l’ancora di salvezza di una parte del popolo piceno che non si è riconosciuta in quei partiti, praticamente tutti, che, prendendo ordini da Roma o da Ancona, non l’hanno garantito prima, durante e dopo in una divisione che, con la complicità di una Regione sfacciatamente partigiana, ha devastato questo territorio, schiacciandolo verso una pericolosissima emarginazione.
- E visto che dice che siamo monotematici, perché non dice che il MAP è stato il primo, ed unico fino a qualche giorno fa ( ora anche il PD è salito sul carro e per quanto ci riguarda siamo con loro) del problema del pedaggio sull’Ascoli-Mare? Lei che ha tanto a caro le fasce più deboli mi pare si sia distinto in un agghiacciante silenzio.
Perché non ricorda la richiesta della zona franca, della legge speciale per il Piceno, della rivisitazione delle circoscrizioni territoriali dei Tribunali ( Lei che è di Grottammare dovrebbe dire qualcosa), l’ammodernamento della Ascoli-Teramo, l’ armonizzazione della normativa regionale con l’Abruzzo in zone di confine, del problema della chiusura della dogana di San Benedetto. E ci fermiamo qui. Per fortuna che siamo monotematici.
La verità, caro Rossi, è che se il MAP ha quattro consiglieri, due assessori ed il Presidente del Consiglio è perché, più di Lei e di qualcun altro, ha rappresentato le istanze di un territorio mortificato da scelte che anche Lei, in parte, ha contribuito ad alimentare, così come ha alimentato l’inevitabile frattura tra i due Enti.
E forse non occorreva neppure una ispezione ministeriale, e la consapevolezza di un atto non adottabile, a farlo capire a tutti».