Queste riforme arriveranno a prendere corpo in una organizzazione del nostro Comune, impostata dalla Giunta di centro destra, a dir poco deficitaria. Infatti, la prima delibera dell’Amministrazione Castelli relativa alla riorganizzazione dell’Ente Comune, a distanza di un anno si è rivelata un vero fallimento. Sbandierata ai quattro venti come riforma epocale ha segnato il passo immediatamente. La creazione di tre macroaree con tre super dirigenti è rimasta solo sulla carta. Nessun provvedimento è stato preso dai coordinatori di area in questo anno, così come non è stato mai messo in pratica un rapporto gerarchico tra gli stessi e gli altri dirigenti. La stessa carta dei servizi, ben concepita e realizzata, non contempla le macroaree, certificando il fallimento della riforma. A cosa è servita? Ancora non si è capito! In perfetto stile berlusconiano ad occupare pagine di giornale e vendere fumo ai cittadini.
Sembra che con l’inizio del nuovo anno ci siano ulteriori avvicendamenti dei dirigenti, segno anche questo, del fallimento della rotazione messa in atto appena un anno fa. E cosa dire dei provvedimenti disciplinari che dapprima vengono inflitti e poi immediatamente revocati con il rischio di esporre il Comune al risarcimento dei danni; della mobilità interna che doveva migliorare i settori e che ha riguardato in sostanza lo spostamento degli uscieri; della grave situazione degli operatori socio assistenziali degli asili nido che rilevano la mancata applicazione della loro figura professionale con rischi per la disorganizzazione del lavoro e la carenza di assistenza ai bambini; dell’inchiesta della magistratura (speriamo si chiuda al più presto e nel caso si accertino responsabilità, con i dovuti provvedimenti) presa dai nostri amministratori, per fare di tutta un’ erba un fascio, delegittimando tutti i dipendenti comunali che altro non sono che i nostri figli, fratelli, genitori, nonni. Fortuna che doveva essere la riforma in grado di rilanciare l’efficienza della macchina comunale. Noi non ce ne siamo accorti e di certo non per colpa dei dirigenti e del personale».