Elezioni San Benedetto, Verdi: il Pd non vuole le primarie

Elezioni San Benedetto, Verdi: il Pd non vuole le primarie

«Non sembra intenzionato ad organizzarle, smentendo così anche il suo candidato»

Nessuno parla di programmi, nessuno discute di metodo di governo, di come garantire la partecipazione dei cittadini e dei portatori di interesse alle decisioni più importanti sulla mobilità, la crescita, la sostenibilità della città, nessuno affronta la questione della governabilità resa più difficile dalla riforma che ha ridotto a 24 i consiglieri comunali e quindi appena 14 per la maggioranza. L’unica cosa che interessa è creare liste per sfruttare il meccanismo elettorale che premia la proliferazione di candidati per poi andare a trattare in sede di ballottaggi con i potenziali sindaci.

All’interno di questo quadro poco edificante, l’aspetto che maggiormente ci preoccupa è l’assenza di iniziativa politica da parte del PD e della sua segreteria politica; ad oggi se escludiamo le azioni portate avanti dalla giunta e dalla sua maggioranza consiliare, da ultimo l’approvazione del bilancio con ben 19 voti a favore, manca una anche minima progettualità delle alleanze, una visione e una proposta di città, un’indicazione delle linee che si vogliono seguire per migliorare la vivibilità per completare la dotazione dei servizi della città, per dare seguito a ciò che è rimasto in sospeso del programma di mandato di questa amministrazione e prevedere delle modifiche confrontandosi con tutte le forze che si riconoscono nel centrosinistra.

E’ proprio questo confronto che manca. Le primarie, richieste a gran voce dal sindaco, potevano essere un’occasione per aprire una discussione sui temi centrali del governo della città, ma il PD non sembra intenzionato ad organizzarle, smentendo così anche il suo candidato, ma allo stesso tempo non propone strade alternative per raggiungere l’obiettivo, vale a dire la composizione di un gruppo coeso dietro a un candidato forte e a un programma serio e credibile. Il partito più grande del centrosinistra dovrebbe svolgere il ruolo di guida, organizzare incontri, indicare percorsi politici e programmatici, indirizzare le scelte, tutto questo non sta avvenendo e gli effetti si vedono.

Il tempo stringe e, a nostro modesto avviso, i partiti del centrosinistra non possono più rimanere in balia degli eventi, assistendo passivi alla nascita quotidiana di liste civiche e aggregazioni politiche pronte a usare i loro voti come arma di ricatto sin dall’eventuale ballottaggio; è necessario assumersi la responsabilità di scrivere un programma, di incontrarsi con le associazioni di categoria, con i comitati di quartiere, con le associazioni culturali e ambientaliste, con le cooperative sociali.

E’ un percorso complesso ma indispensabile e per questo i Verdi propongono alle forze politiche che si riconoscono nel centrosinistra in particolare all’IdV, ai Socialisti, a Sel di gettare le basi di un confronto sui temi centrali del governo di una città, per la creazione di un polo riformista che all’interno del centrosinistra possa rappresentare una spinta al cambiamento nei contenuti e nei metodi, certi che per vincere le elezioni non può bastare la somma di sigle ma occorre la forza di una squadra e la chiarezza delle idee e delle proposte. In attesa che anche il PD batta un colpo».