L'assemblea generale dovrà poi farsi carico di eleggere un comitato direttivo, nel caso i Comuni consorziati decidano di far continuare l'esistenza del Consind (seppure con una mission ridefinita e spogliata delle competenze urbanistiche e della depurazione) oppure passare alla decisione di mettere in liquidazione il Consind che presenta una situazione economica molto preoccupante.
La fotografia presentata al Consiglio comunale dal presidente della Provincia Piero Celani, in questo caso nel ruolo di commissario straordinario nominato dalla Regione Marche, è questa: 34 milioni di debiti verso banche e fornitori. Il Consind può mettere sul piatto della bilancia 24 milioni di euro tra beni patrimoniali (immobili e ben 26 ettari di aree) e presunti crediti da riscuotere.
Insomma un disavanzo di 10 milioni di euro, se i crediti verranno riscossi e se le aree verranno vendute, altrimenti il disavanzo aumenta.
La Regione Marche, che aveva istituito con apposita legge il Consorzio industriale, lo ha commissariato e intende chiaramente che sia responsabilità del territorio scegliere se debba vivere o essere liquidato. Responsabilità del territorio che implica, in caso di chiusura, anche la copertura dei debiti. Orecchio dal quale i Comuni non vogliono sentire neppure una sillaba.
Il timore è tale che spinge il sindaco Guido Castelli (Pdl) a suggerire di dare un messaggio forte alla Regione non nominare alcun rappresentante e evidenziare ad Ancona come in due casi simili, la chiusura del Consorzio di Bonifica e Aerdorica, la giunta regionale si sia assunti gli oneri per svariati milioni di euro.
L'assessore regionale Antonio Canzian (Pd) ha sottolineato che il territorio non può pensare di cavarsela non nominando i propri rappresentanti credendo di non avere alcuna conseguenza, visti i pareri giuridici sulle responsabilità dei soci di un consorzio.
D'altro canto il presidente della Provincia Piero Celani, chiamato in Consiglio comunale nel suo ruolo di commissario straordinario del Consind ha comunicato che soltanto la Provincia finora ha nominato i suoi rappresentanti. Celani ha fatto un quadro chiaro della situazione di Piceno Consind.
Tra i debiti si evidenzia quello verso Picena Depur, la società che si è aggiudicato “l'appaltone” sulla depurazione. Oggi la società vanta 12 milioni di euro.
Il commissario ne ha accertati da bilancio al 1° luglio 2010 solo 6 milioni e mezzo.
E contesta che la differenza vantata non avrebbe alcuna validazione da parte del direttore del Consind né dalla struttura. Sono stati fatti dei lavori non autorizzati. Ora il mandato del Commissario è di rescindere il contratto a Picena Depur srl e trovare una transazione per il debito accertato con la società. Picena Depur S.r.l., Uniproject S.r.l. e Uniced S.r.l. sono tutte società dell'area depurazione acque partecipate di Unieco Abiente.
In Consiglio comunale sono state poste una serie di domande dal consigliere di minoranza Mauro Pesarini (Pd) che paventava una debito molto più elevato di quello comunicato dal commissario straordinario Celani avanzando la preoccupazione che i cittadini ascolani dovessero accollarsi quel debito.
Celani ha ribadito che dal bilancio del Consind il debito accertato era quello esposto e che non poteva essere preso in considerazione il cosiddetto “extra canone”, cioè quella tariffa imposta per eccedenza di acqua industriale depurata, e il fatto che il Consind fosse sottoposto da un canone fisso anche se vista la crisi la depurazione sia diventata di molto inferiore a quella prevista ai tempi del contratto.
Tutto sarebbe lineare nel contraddittorio se il consigliere comunale Mauro Pesarini non fosse un dipendente della Uniproject srl società sorella della Picena Depur srl. Insomma un conflitto di interesse bello e buono che, seppure Pesarini probabilmente sia in buona fede, lascia il dubbio nel considerare che se il Pd parla di conflitto d'interesse per Berlusconi, poi si dovrebbe comportare di conseguenza.
Possibile che nel gruppo comunale non ci fossero altri a poter fare domande?