Gli interventi di salvataggio prima della Grecia e di recente dell’Irlanda non hanno impedito la diffusione del contagio, in quanto anche l’Italia ed il Belgio rischiano di essere coinvolti pesantemente.
Ciò che preoccupa i mercati è il tentativo in atto di trasferire parte del rischio dei debiti sovrani dai governi agli investitori. Per cercare di arginare il contagio sono necessarie politiche nazionali di rigore ed in grado di correggere gli squilibri strutturali accumulati in questi anni.
I fondi di intervento oggi a disposizione pari a circa 750 miliardi di euro sono giudicati insufficienti dai mercati. Jean Claude Trichet,presidente della Banca centrale europea –BCE-ha richiesto di accrescere risorse e liquidità ma la Cancelliera tedesca Merkel ha raffreddato le attese della vigilia di questo Consiglio con un secco “no”.
La Germania vorrebbe imporre un meccanismo salva Stati che preveda un default semiautomatico dei paesi che scarichi però sugli investitori,soprattutto privati,una parte importante dei costi e delle responsabilità dei salvataggi. Oltre alla prevenzione e correzione degli squilibri macroeconomici, si dovrà affrontare la sorveglianza sull’adozione di riforme strutturali per facilitare il conseguimento degli obiettivi previsti nell’ambito della strategia “Europa 2020” che riguardano l’occupazione, l’inclusione sociale,la ricerca e l’innovazione, l’istruzione, l’energia ed il cambiamento climatico.
Sono molte quindi le cose importanti che dovranno essere approvate.
Proprio ieri l’OCSE ha diffuso la notizia che la pressione fiscale in Italia è salita al 43,5% del prodotto interno lordo dal 43,3% del 2008. L’Italia supera quindi il Belgio che è al 43,2%. Prima dell’Italia si collocano la Danimarca con una pressione fiscale del 48,2% e la Svezia con il 46,4%.
Sempre quanto riferisce l’OCSE, i Paesi che nel 2009 hanno avuto una pressione fiscale sopra il 40% sono:Australia,Finlandia,Francia e Norvegia. I Paesi invece che hanno registrato la più bassa pressione fiscale sono il Messico con il 17,4% rispetto al Pil,il Cile con il 18,2% seguite dagli Stati Uniti con il 24% e dalla Turchia al 24,6%.