Gaspari spara sulla Provincia. Federici strizza l'occhio alla manovrina

Gaspari spara sulla Provincia. Federici strizza l'occhio alla manovrina

Aumentando la tassa camerale alle imprese ci sarebbero le risorse per la bretella

La polemica è quella nota del progetto casa sambenedettese che è oggetto di fresco ricorso al tar da parte della Provincia. Gaspari ha sostenuto che non ci possono sempre essere degli ostacoli alle amministrazioni, con sovrapposizioni di competenze.
E il primo cittadino rivierasco ha considerato il no alla sua visione urbanistica come un blocco ideologico: Provincia di centrodestra contro Comune di centrosinistra.
Immaginiamo che quella di Gaspari sia un approccio di carattere prettamente elettorale, perché dal punto di vista della sostanza normativa occorre dire che la precedente amministrazione provinciale di centrosinistra aveva posto le stesse obiezioni del tutto  normative  e non politiche, situazione che si ripete oggi. Si scopre poi che non c'è visione unitaria neanche nel Pd sambenedettese.
Il sindaco Gaspari ritiene che occorra realizzare una bretella per dare valore e funzionalità al polo logistico Marconi (il secondo dopo quello pubblico del Centro Intermodale del Tronto a Campolungo), mentre il consigliere regionale Paolo Perazzoli vede la bretella in funzione dello sviluppo dell'area portuale con salienti connotazioni turistiche, visto che già c'è l'autostrada vicino al polo logistico.
E sulla bretella di San Benedetto c'è chi vuol “farsi tirare la giacca”. Il presidente della Camera di Commercio Adriano Federici sul tema è molto chiaro.
«E' il territorio che mi deve tirare la giacca – dice Federici - e dire quale sia l'infrastruttura da privilegiare, se la Mezzina, la bretella o la banda larga».
Il sistema per il presidente della camera di Commercio ci sarebbe, tra l'altro anche giustificato da statuto: aumentare la quota camerale d'iscrizione annua delle imprese, aumento che può giungere fino al 20%. Il gettito di questa “manovrina” potrebbe portare dai 4 ai 5 milioni di euro all'anno.
Lo stesso Federici però riconosce qualche difficoltà a far digerire una scelta di questo genere a territori dell'entroterra che in modo pragmatico non avrebbero vantaggi di utilizzo di quell'infrastruttura. Insomma Federici ha gettato nello stagno un bel sasso e... se lo stagno è quello riempito dell'acqua in tempesta della crisi, chiedere una tassa in più potrebbe sollevare un vespaio pronto a lanciare uno sciame di vespe assassine sulla vicenda del personale che per gran parte resta sulle spalle di Ascoli pur essendosi la Camera di Commercio divisa con Fermo.