suoi libri sono stati tradotti in moltissime lingue tra cui il spagnolo, il giapponese, Francese, tedesco, Italiano, arabo ecc.
Abbiamo parlato stamattina (7 Dicembre) col politologo - autore tra l’altro della famosa biografia non autorizzata che ha complicato la digestione alla famiglia Bush. Tarpley non ha avuto il minimo dubbio fin dal primo momento sul significato delle rivelazioni di WikiLeaks. Come ha confermato all’ANSA, si tratta di uno spogliarello della CIA che eccita e attrae l’attenzione ma che non rivela niente di veramente nuovo e, soprattutto va a colpire i nemici dell’establishment americano. Esempio? Le rivelazioni italiane contro il piano dell’ENI e dell’Italia di costruire l’oleodotto South Stream con la Russia e altri paesi dei Balcani. Come noto, tra i “rivelati” di WikiLeaks troneggia l’ex ambasciatore americano a Roma, Ronald Spogli. In una conversazione poco dopo la pubblicazione del dispaccio ANSA, Webster mi fa notare che Spogli fu nominato ambasciatore da George Bush, e quindi non regge il tentativo di creare una falsa “narrative” che contrapponga i Bushiani cattivi e amici di Putin e del governo Berlusconi e gli “Obamisti” amici della democrazia e sostenitori dei nemici dell’attuale governo italiano. I realtà c’e’ una continuità fondamentale tra le due amministrazioni. Fu Spogli, l’ambasciatore voluto da Bush a inviare il “cable” diplomatico che, usando una fonte non propriamente disinteressata come l’ambasciatore della Georgia, “informava” I suoi superiori che l’Italia era "highly receptive to Russian efforts to gain greater political influence in the EU and Russia's efforts to dilute American security interests in Europe." [l’Italia era “molto aperta ai tentativi russi di guadagnare influenza politica nell’Unione Europe di diluire gli interessi di sicurezza americani in Europa”] E sottolineava "Berlusconi's desire to be seen as an important European player on foreign policy, leading him to go where others dare not." [“il desiderio di Berlusconi di essere visto come un importante protagonista Europeo in politica estera”].
La scarica di telegrammi negativi che prendevano di mira il governo Berlusconi non fu motivata dalla vita dissoluta di Berlusconi o della sua tendenza ad imitare il Duca di Mantova di Rigoletto, come vorrebbe farci credere WikiLeaks. No’. Il voltafaccia USA verso Berlusconi emerse nel 2008, al momento della guerra in Georgia, quando il premier italiano non fu dalla parte della NATO con la totale dedizione e obbedienza che Washington si aspettava. L’Italia di Berlusconi fu giudicata “highly receptive” troppo aperta ai Russi. Tarpley non può fare a meno di notare che c’e’ un parallelo evidente con l’avversione storica di Washington a Enrico Mattei quando questi apri’ l’ENI al petrolio e gas russo.
Naturalmente, la colpa rinfacciata a Berlusconi e’ di aver permesso all ’ENI del 2010 di fare affari con la Russia. L’ENI di oggi, infatti ha operato per eseguire, sebbene in modo timido e guardingo, la sua missione di garantire rifornimenti energetici adeguati. In particolare, il matrimonio che non s’aveva da fare, secondo i diplomatici made in USA, era quello tra l’ENI e della compagnia petrolifera russa Gazprom per dare il via all’oleodotto South Stream. Il South Stream darebbe all’Italia un grosso polmone energetico per la sua industria e i suoi cittadini, ma emarginerebbe un po’ quelle società che Mattei etichettava come “le Sette Sorelle.”
[Umberto Pascali]
WIKILEAKS: TARPLEY, E' STRIP-TEASE CIA PER COLPIRE NEMICI - A PARTIRE DA BERLUSCONI-PUTIN. LO DICE IL GIORNALISTA INVESTIGATIVO
(ANSA) - ROMA, 7 DIC - Le rivelazioni di Wikileaks? "Sono uno strip-tease della Cia per colpire i suoi nemici, a cominciare da Berlusconi-Putin": lo sostiene il celebre giornalista investigativo Usa, Webster Tarpley all'ANSA. Il rapporto Roma-Mosca "vuol dire fra le altre cose l'oleodotto Southstream, oggetto di odio feroce da parte della CIA. Nessun fantoccio di Washington viene criticato", ha aggiunto. I documenti pubblicati rivelano "cose già note da un pezzo, come il desiderio dei Sauditi di colpire l'Iran. Assange dice bene della CIA mostrando di dire male", aggiunge Tarpley, convinto che "il prossimo passo sarà un ripulisti generale dell'internet, chiudendo tanti siti critici, utilizzando come pretesto dei segreti spifferati da Assange".
Il giornalista non è l'unico ad accusare Assange di fare gli
interessi di gruppi occulti: nella schiera dei critici c'è anche John Young, co-fondatore di Wikileaks e ora con un proprio sito indipendente.
Webster Tarpley è noto per il suo libro "George Bush: una biografia [non] autorizzata", e per i suoi articoli sulle stragi
dell'11 settembre. L'americano è poi l'autore dello studio "Chi ha ucciso Aldo Moro?" commissionatogli nel 1978 da un esponente del governo italiano. (ANSA).
Webster G. Tarpley on The Alex Jones Show
Infowars
December 5, 2010
Webster G. Tarpley November 24, 2010
http://tarpley.net/media-interviews/italiano/
Il Fatto Quotidiano — 28 ottobre 2010
La “classe 2010”, il manipolo di nuovi repubblicani che arriveranno al Congresso dopo il 2 novembre, presenta la sua ricetta. L’obiettivo: Barack Obama fuori dalle vite degli americani
Il Mattino – 28 ottobre 2010
14 maggio, 2010
http://en.wikipedia.org/wiki/United_States_Ambassador_to_Italy
Gli Ambasciatori USA in Italia dal Dicembre 2001 ad ora
Melvin Floyd Sembler, Ambassador December 10, 2001 July 26, 2005
Ronald P. Spogli, Ambassador August 12, 2005 February 6, 2009
David H. Thorne, Ambassador August 17, 2009 Incumbent
Barak Obama 44th President of the United States Incumbent
Assumed office January 20, 2009
http://www.thenation.com/article/156840/italy%E2%80%99s-crony-diplomacy
A report from Ronald Spogli, the Bush-appointed ambassador to Rome, said he had been told by the Georgian ambassador to Rome that Berlusconi was personally pocketing a percentage of each section of the Gazprom-ENI deal.
The Bush administration, which had initially seen Berlusconi as a friend in Europe, was quite displeased when the Italian premier defended the Russians against NATO on a series of issues, beginning with the 2008 war in Georgia. Italy was "highly receptive to Russian efforts to gain greater political influence in the EU and Russia's efforts to dilute American security interests in Europe," said a cable from Rome, citing "Berlusconi's desire to be seen as an important European player on foreign policy, leading him to go where others dare not." Italians now wonder whether political support from Italy was all that Putin was getting out of the relationship. Were there sources of graft for him in these energy projects as well?
As for Berlusconi's own company Mediaset, it hasn't yet surfaced in any cables. But Massimo Giannini, writing in La Repubblica not long ago, wondered whether Mediaset, in trouble as the founder's political fortunes wane, might not be looking for a Russian partner to inject new cash.
That Berlusconi should be a Russophile is nothing new for Italy, of course, observed Lucio Caracciolo, editor of the foreign policy magazine Limes. The premier, both in backing Russia on certain diplomatic matters and pursuing business interests there, "moves in the path of a long-standing Russophile tradition on the part of the Italian political and industrial elite, also pursued by recent center-left governments." Not that the United States cares — nor is Berlusconi, so discredited by his personal approach to diplomacy, in any position to properly defend that 50-year-long diplomatic tie, says Caracciolo.
Before leaving Kazakhstan this time, Berlusconi also held his third bilateral meeting in three years with President Nursultan Nazarbayev, another of his autocratic foreign partners. Oil and gas were presumably on the agenda: ENI is a major player in the Kashagan field under the Caspian and in the huge Karachaganak field. Berlusconi admired the gaudy new capital Astana, and said Nazarbayev was "absolutely justifiably beloved" by his people.
After leaving Astana, Berlusconi, with six Italian ministers in tow, met with Putin and Russian President Dmitri Medvedev in Sochi on the Black Sea. They signed seven new business deals, worth billions of dollars. Who knows, this could be his last chance to engage in his distinctive brand of crony diplomacy.
On the late news the other night, I watched some students in Bologna, one of the hotbeds of the rebellion, snake down back streets and slip past police lines. All across Italy, the kids are bristling with energy and wit, facing down the forces of order with their "literary shields" — polystyrene rectangles mounted on sticks and decorated with the titles of their favorite reading matter.