L’attualità di Enrico Mattei e i leaks di WikiLeaks

L’attualità di Enrico Mattei e i leaks di WikiLeaks

1962: L’aereo che lo portava a Milano precipita, Mattei muore

http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=177


Da: La Storia Siamo Noi – RAI


Mattei contro le Sette Sorelle
Dietro l’ENI di Enrico Mattei non c’è soltanto una grande azienda che produce occupazione e ricchezza ma c’è un progetto politico che pone l’Italia al centro del Mediterraneo. Dietro la faccia bonaria di Enrico Mattei c’è un uomo risoluto sul cui nome si sprecano inchieste e dossier, soprattutto quelli dei servizi segreti statunitensi, preoccupati del suo ruolo nella politica estera e sulla sua crescente influenza sui paese del Mediterraneo.

In un documento del National Security Council americano del 1961 si legge:

"La politica petrolifera italiana, dominata da Mattei, ha sferrato attacchi alle maggiori compagnie petrolifere occidentali,e alla loro struttura internazionale dei prezzi con un impatto distruttivo nei rapporti tra le stesse compagnie e i governi del Medioriente. Le tattiche di Mattei hanno alimentato, specialmente in Africa, sentimenti anticolonialisti."



Gli interessi delle Sette Sorelle sono stati intaccati. Un patto del 1928 istituiva la cosiddetta Red line, che delimitava una parte del mondo all’interno della quali i firmatari del patto segreto non potevano farsi concorrenza. Mattei stava violando quel patto, cambiando le regole del gioco, come del resto egli stesso racconta:
“Le grandi multinazionali erano abituate a considerare i mercati di consumo come riserve di caccia della loro politica monopolistica e noi abbiamo iniziato a rompere questo meccanismo e lo abbiamo fatto passando al di fuori di queste grandi compagnie, di questo cartello.”

Mattei va a Mosca
Un altro dei viaggi storici di Mattei è quello in Unione Sovietica, con cui nell’autunno del 1960 firma un fondamentale accordo sull’acquisto da parte dell’Eni di una ingente quantità di petrolio a prezzi eccellenti, non concorrenziali con quelli del cartello. E’ un accordo molto audace, temuto anche da una parte del governo italiano. Per gli USA Mattei sta addirittura mettendo a repentaglio la sicurezza della NATO, nonostante il Presidente mandi i dirigenti dell’Eni oltreoceano a spiegare che si tratta di un accordo di natura esclusivamente economica, un accordo che non cambia le alleanze internazionali.

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La tragica fine di Enrico Mattei
Il 26 ottobre del 1962 Mattei va in Sicilia, a Gela, dove tiene il suo ultimo comizio pubblico, in cui annuncia alla popolazione che ci sarà lavoro per tutti grazie al metano trovato nella regione e rassicura che quel metano rimarrà sicilano. Il giorno successivo Mattei parte da Catania diretto a Milano. Il suo aereo privato decolla alle 16 e 55. Non atterrerà mai.
27 ottobre 1962: dalla registrazione delle comunicazioni via radio tra l’aeroporto di Linate e India Alfa Papa, nome in codice dell’aereo che stava portando a Milano il presidente dell’ENI, il pilota sembra tranquillo, nonostante il maltempo. Siamo in fase di atterraggio. La torre di controllo ha già indicato la pista e dato l’autorizzazione all’atterraggio: 9 gradi pista 36. Ricevuto, sono le ultime parole, poi India Alfa Papa non risponde più. Qualche minuto dopo il bireattore precipita nella campagna di Bascapé. Muore l’intero equipaggio: Enrico Mattei, il giornalista inglese William Mchal e il pilota Irnerio Bertuzzi.
La loro morte lascia irrisolti numerosi interrogativi che ancora pesano sulla storia recente dell'Italia.

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