Hanno approvato l’organizzazione della rete scolastica comunale per il biennio 2010/2011 decretando l’inizio della fine per la scuola di Borgo Chiaro.
La contrarietà a questa delibera non è frutto di una posizione ideologica quanto piuttosto della mancanza di volontà da parte del sindaco stesso a dare spiegazioni e motivazioni in merito a questa scelta.
Il circolo del Pd di Borgo Solestà e Campo Parignano invita il sindaco a sospendere tale delibera in quanto del tutto affrettata in tempistica e modalità di scelta.
L’assessore regionale Canzian ha più volte ribadito che la Regione, ente competente in materia di reti scolastiche, darebbe la deroga prevista dalla relativa legge dello stato del 98 la L.233, che tutelava comunque gli istituti sottodimensionati nella salvaguardia di specificità degli indirizzi o peculiarità rispondenti ai territori.
Quale è dunque il motivo per deliberare una materia cosi delicata in fretta e senza il coinvolgimento delle forze sociali e politiche della città?
La motivazione non è stata neanche espressa in Consiglio a seguito di un'interrogazione presentata dal consigliere Parlamenti.
In una situazione di generale disagio per la scuola pubblica, nello specifico del segmento scuola del primo ciclo della città di Ascoli stigmatizziamo il comportamento del sindaco Castelli. In una situazione di già pesante sofferenza si procede ad aggravare un assetto scolastico che, oltre al disagio per l’utenza (perdita di continuità didattica per spostamento di insegnanti e personale ausiliario) andrebbe a causare una possibile riduzione di posti cattedra per docenti i quali, trasferiti da un plesso all’altro, andrebbero provvisoriamente in fondo alle graduatorie di istituto e, qualora soprannumerari, perderebbero la titolarità.
Tale disagio in termini occupazionali si aggiungerebbe a quello già provocato dalla legge 169 che aveva tagliato 8 mld di euro alla scuola e di cui già subiamo le conseguenze. Siamo infine preoccupati che in previsione futura, tali provvedimenti potrebbero provocare un calo di iscrizioni nei plessi accorpati, così come paventato finora dall’utenza, con la conseguente chiusura degli stessi e lo squilibrio di un assetto sociale e demografico per le zone interessate».