Divisione del patrimonio: tante parole, pochi fatti

Divisione del patrimonio: tante parole, pochi fatti

«Ci appelliamo alla Provincia affinché adotti un atto di recupero, sperando non sia tardivo»


Prima che ciò accada, sarà bene, in ossequio alla delibera di consiglio comunale n. 29 del 9 giugno 2010, che il sindaco di Ascoli Piceno dia attuazione agli indirizzi ricevuti e si adoperi perché non si proceda nel depauperamento di beni provinciali che coinvolgono l’interesse della città.
In quella delibera il Consiglio unanime diede mandato al sindaco di intervenire anche nelle sedi giudiziarie a tutela anche di altri aspetti economici della vicenda; con ciò non contestando le leggi dello Stato ma l’eccesso di discrezionalità nella loro attuazione.
Ecco perchè non aver, ad oggi, ancora sottoscritto “ad adiuvandum” da parte del sindaco di Ascoli il ricorso al TAR promosso da alcuni cittadini contro l’iniquità della divisione del patrimonio tra le due province è fatto grave. L’arbitrio può caratterizzare posizioni politiche, ma non l’esecuzione di delibere prese all’unanimità dal Consiglio comunale, ormai l’ultimo difensore di una situazione per la quale lo stesso MAP in Provincia pare aver abdicato nonostante avesse posto alla base della propria ricerca di consenso elettorale la rivisitazione delle delibere provinciali inerenti alla divisione del patrimonio immobiliare.
Aver lasciato trascorre inoperosi il tempo è senz’altro una penalizzazione per eventuali rideterminazioni che forse proprio dai Comuni del territorio potrebbero essere sollecitate e sostenute nell’interesse generale del territorio della nostra provincia.
Purtroppo appare che anche in Provincia si operi come in Comune: tante parole sulle stampa, zero negli atti amministrativi e nei provvedimenti concreti.
Ci appelliamo alla Provincia affinché adotti un atto di recupero, sperando non sia tardivo, scongiurando alienazioni che tornano a mostrare tutti i lati negativi già evidenziati da tempo in merito ad un grave danno per la comunità picena e le casse provinciali.
Il sindaco ha un mandato del Consiglio comunale: lo rispetti, lo esegua e ne riferisca anche alla sua maggioranza che ha votato il provvedimento non eseguito a tutt’oggi, eppure….
Se poi qualche amministratore volesse anche parlare pubblicamente in Consiglio di Pianoro di San Marco, rilancio turistico, uso delle strutture, aspetti sociali e valorizzazione naturalistica sarebbe cosa gradita, per poter dare quel contributo di idee che a parole viene richiesto e nei fatti negato. Anche per non ripetere un nuovo polo universitario, una nuova Case Minime ed una nuova Carbon».