Spacca onora il professor Giorgio Fuà

Spacca onora il professor Giorgio Fuà

«La scuola, l’educazione, la formazione il modo più significativo per lui per dare continuità alla storia»

«Ricordare le persone che generosamente hanno contribuito alla storia della nostra comunità è un dovere civile e morale, che ci aiuta ad interpretare meglio il nostro futuro - ha detto Spacca - Quanto il professor Fuà abbia contribuito con il suo pensiero e la sua azione alla crescita della nostra comunità lo dimostra la vostra generosa presenza ed il contributo autorevolissimo di riflessioni che seguiranno. Dobbiamo tantissimo a Giorgio Fuà e senza di lui probabilmente le Marche non sarebbero quello che oggi sono. Dobbiamo tantissimo a lui in prima persona. Alla facoltà di Economia ed all’Istao che volle per Ancona.
Ai suoi allievi che sono diventati i protagonisti della vita sociale ed economica delle Marche. Gli dobbiamo innanzitutto la consapevolezza del nostro essere, delle nostre virtù, costruite all’insegna della responsabilità e della capacità di organizzazione imprenditoriale in ogni settore di attività, non soltanto industriale, ma in tutte le forme d’economia. Ci ha dato la consapevolezza di appartenere a un modello che caratterizza la parte più efficiente del nostro Paese, il Nordest-Centro. “Un’economia senza fratture”, dove la coesione sociale è la base della competizione economica. Un sistema capace di divenire la regione più manifatturiera d’Italia ed avere contemporaneamente gli indicatori di benessere tra i più alti del Paese e con il tasso di disoccupazione più basso, il 5,4%, tra tutte le regioni a statuto ordinario, in base ai dati Istat dell’ultimo trimestre.
Eppoi la conoscenza di noi stessi. Il suo metodo quantitativo, la valutazione della statistica e dell’econometria, non erano applicati solo ai temi strutturali della crescita demografica, del lavoro e della tecnologia in Italia. Questo metodo si è radicato e si è diffuso anche nella cultura della nostra regione. Le Banche dati, i modelli costruiti dai suoi allievi, oggi sono una fonte straordinaria di conoscenza dove i policy maker regionali possono attingere informazioni fondamentali per le loro decisioni. Ed ancora il dialogo con tutti ed il rispetto di ciascuno. Il professor Fuà dialogava con tutti ed offriva il contributo del proprio pensiero: istituzioni, imprenditori, categorie sociali ed economiche, colleghi illuminati o semplici studenti. Qui mi sia consentito di portare una testimonianza personale. Il mio primo lavoro, 30 anni fa, era preparare spunti di riflessione o scalette per personaggi della nostra regione. Qualche volta il tema era più difficile. Ed allora mi rivolgevo a lui per avere la sicurezza delle idee che avrei scritto o nuove ispirazioni. Mai una volta ho avuto un rifiuto o un diniego, nonostante non fossi presidente di una Regione, ma solo un ghost-writer dell’Appennino marchigiano. La scuola, l’educazione, la formazione erano per lui il modo più significativo per dare continuità alla storia.
E la scuola era dappertutto. Era la Facoltà, l’Istao, i seminari, ma anche il “tavolaccio” dove ci si incontrava davanti ad un bicchiere di vino, di cui naturalmente sapeva tutto, come pure del territorio dove era stato prodotto. Il dialogo con tutti gli attori della crescita qualitativa di un sistema, pubblici o privati, capace di esprimersi su progetti concreti che il mercato potesse valutare e finanziare e la comunità apprezzare, è stato il suo insegnamento fondamentale. Ed ancora oggi noi tutti ci sentiamo impegnati su questo insegnamento, per offrire alle Marche uno sviluppo che, pur interpretando un cambiamento tumultuoso, abbia il minor numero di fratture. Cercando nuove idee capaci appunto di coniugare la competitività con la coesione sociale. Come il nostro ultimo progetto che la Regione Marche sta in questi giorni costruendo con l’Università Politecnica delle Marche e il Ministero della Salute. Il Network nazionale dell’invecchiamento legato alla sfida della longevità attiva ed alla Domotica, che chiamerà tutto il sistema dei servizi pubblici regionali e le imprese produttive marchigiane in ogni settore a innovare per rispondere alle necessità di una nuova fascia di popolazione che oggi viene considerata una malattia, ma malattia non è: la quarta età. Un progetto che sono sicuro al professor Fuà sarebbe piaciuto tantissimo.
Grazie nuovamente a tutti voi - conclude il governatore - per averci voluto offrire questa riflessione così bella in onore di Giorgio Fuà. Ed un grazie speciale va a tutti coloro che, seguendo i suoi insegnamenti all’interno della Facoltà di Economia ed all’Istao, ancora oggi per noi sono un insostituibile punto di riferimento per la costruzione delle strategie regionali. Il modo più giusto per onorare Giorgio Fuà, sempre, dando continuità alla sua visione».

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