Ricci, videomessaggi a «rottamatori» e Bersani

Ricci, videomessaggi a «rottamatori» e Bersani

«Temi condivisibili ma sbagliati tempi e metodo. Ora il vero rinnovamento»

 Il suo credo è «costruire, non rottamare». E così Matteo Ricci, ospite delle Feste estive del Pd di mezza Italia, non sarà alla convention fiorentina che radunerà amministratori ed esponenti «democrat» under 40, accomunati dalla voglia di «mandare a casa chi sta in parlamento da tre o più mandati, per far posto alle nuove generazioni e alle loro idee». Con una «videolettera» aperta, recapitata sia ai coetanei «rottamatori» che al segretario Pierluigi Bersani, il presidente della Provincia di Pesaro e Urbino ha motivato le ragioni della sua scelta: «I temi che saranno discussi a Firenze possono essere condivisibili – ha spiegato nei filmati –. Ma sono sbagliati il metodo e la tempistica: il Governo può cadere da un momento all’altro e c’è bisogno della massima coesione per gestire l’emergenza». E’ un messaggio al partito perché, per Ricci, nella fase di transizione che potrebbe anticipare anche l’apertura della crisi politica «l’unità del Pd viene prima di tutto. Ed è inutile indebolirsi con l’ennesima corrente, anche se viene da un’esigenza giusta. Come quella rappresentata dalle nuove generazioni della politica». Il rischio è creare, dal movimento tellurico quotidiano, una frattura non rimarginabile: «Piuttosto – continua il presidente della Provincia – serve costruire una rete in grado di coinvolgere e valorizzare i giovani dirigenti del territorio. Senza lavorare per distinguo, con autoconvocazioni che creano solo un palcoscenico per pochi». Dunque, no alle iniziative contro qualcuno. Ma c’è un appello indirizzato anche al vertice del partito: «Il rinnovamento – conclude Ricci - è in ogni caso un’enorme necessità e non può avvenire solo per cooptazione dei dirigenti nazionali. Il Pd ha perso appeal e bisogna dare voce alle nuove generazioni e ai territori. Bersani deve farlo non solo a parole, ma anche con i fatti. Tanto più alla luce della crisi economica e in prossimità del 150esimo anniversario dell’unità d’Italia».

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