La priorità pubblica non solo va tutelata contro possibili incontrollabili invadenze che intendono ribaltare l’attuale assetto di gestione e quindi di distribuzione dello stesso bene primario. Semmai al contrario la decisione della giunta regionale guadagna tempo, bloccando nuovi affidamenti e proroghe, in attesa delle procedure che saranno espletate in attuazione del Decreto Ronchi con scadenza il 31. 12 del 2011 e che si auspica possano essere modificate.
A conferma della volontà della giunta di operare per il mantenimento della proprietà pubblica delle risorse idriche va ricordato che nel dicembre 2009 dalla Regione Marche è stato impugnato davanti alla Corte Costituzionale il cd Decreto Ronchi che prevede la privatizzazione della gestione di tali risorse.
“La giunta regionale condivide – ha aggiunto l’assessore Marcolini – le preoccupazioni per la gestione futura dell’acqua e non attenderà inerte l’attuazione e l’organizzazione di bandi inerenti modalità di gestione che possano portare a formule nocive per la fruibilità di un bene pubblico come l’acqua”.
La giunta regionale delle Marche ritiene che l’acqua sia un bene pubblico e universale a tal punto che di fronte ad una legge nazionale già in vigore che privatizza la sua gestione sta cercando di evitarne gli effetti peggiori. E’ proprio in questa chiave che va inteso l’art. 38 della legge di Assestamento di Bilancio.
Infatti, di fronte all’imprescindibile svolgimento delle gare nel caso di nuovi affidamenti del servizio la disposizione legislativa regionale li vieta, insieme alle proroghe e ai rinnovi, almeno fino al 31 dicembre 2011, soggiungendo inoltre che “i soggetti gestori sono comunque tenuti a garantire la continuità del servizio pubblico e gli interventi anche relativi a reti ed impianti sino alla attivazione della nuova gestione”.
“In questo senso – ha concluso Marcolini – la mobilitazione popolare ci può coinvolgere, ma nei confronti delle norme nazionali che contestiamo”.